“Il
contrario di quello che penso mi seduce in modo favoloso”. “Amo la lettera S,
bellissima, sempre in equilibrio, solenne, superba”. “Le parole come sono
belle! Seppellitemi avvolto in un lenzuolo di parole”. “La libertà di stampa è
necessaria solio ai giornalisti che non sanno scrivere”. Siamo alle prime
pagine, e questi sono estratti. Longanesi continua per altre duecento pagine,
in un fuoco di fila di battute, svelamenti, curiosità: è stato uno che andava
di corsa – come anche, allora, l’Italia. Divertito più che amareggiato. Ma non
distratto. “L’infinito è poco più grande del finito” viene a metà. “Non è la
libertà che manca, mancano gli uomini liberi” viene alla fine.
Umorale.
“Veterani si nasce”. “La famiglia è uno stato che ricerca autorità dalla noia,
dalla convenienza, e dalla paura di morir solo in casa” . Occhio clinico:
Morandi “dipinge sottovoce”. Moravia e Elsa Morante sono ritratti felici al
Salvini, il locale storico di Milano. Malizioso: “La sua ombra, signora, non
porta le mutande”. Roma sopravvive per
la legge del disordine, la sciatteria – “l’estro di Roma è ancora tenuto in
vita dalla volgarità, dalla noia e dall’indolenza della plebe”. Montanelli, che
se ne proclamerà l’erede, è “un misantropo che cerca compagnia per sentirsi più
solo”. Cattivo quando occorre. “Pensare contro è facile, pensare a favore desta
sospetto”. “La burocrazia degli ideali ha l’alito pesante”. “In Italia tutti
estremisti per prudenza”.
Sono
annotazioni e aforismi dei dieci anni dal 1947 alla morte. Gli anni della
rinascita presto naufragata nel conformismo, che tuttora domina la Repubblica.
Di cui Longanesi risentiva soprattutto la parte morale: l’abuso del linguaggio
(retorica, vuota, stentorea), la furberia, e il mammismo di recente conio, di
Corrado Alvaro. Più burlesco che amaro. Con la prefazione di Montanelli, per la
pubblicazione postuma dei taccuini, nel 1957, e una nota di Buttafuoco. Longanesi
è stato un editore, soprattutto, e a tempo perso scrittore. Ma in tutto
accompagnato da una vena ironica e critica.
Leo
Longanesi, La sua signora,
Longanesi, pp. 223 € 20
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