martedì 30 maggio 2017

Quando l’Italia sapeva ridere di sé

“Il contrario di quello che penso mi seduce in modo favoloso”. “Amo la lettera S, bellissima, sempre in equilibrio, solenne, superba”. “Le parole come sono belle! Seppellitemi avvolto in un lenzuolo di parole”. “La libertà di stampa è necessaria solio ai giornalisti che non sanno scrivere”. Siamo alle prime pagine, e questi sono estratti. Longanesi continua per altre duecento pagine, in un fuoco di fila di battute, svelamenti, curiosità: è stato uno che andava di corsa – come anche, allora, l’Italia. Divertito più che amareggiato. Ma non distratto. “L’infinito è poco più grande del finito” viene a metà. “Non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi” viene alla fine.
Umorale. “Veterani si nasce”. “La famiglia è uno stato che ricerca autorità dalla noia, dalla convenienza, e dalla paura di morir solo in casa” . Occhio clinico: Morandi “dipinge sottovoce”. Moravia e Elsa Morante sono ritratti felici al Salvini, il locale storico di Milano. Malizioso: “La sua ombra, signora, non porta le mutande”. Roma  sopravvive per la legge del disordine, la sciatteria – “l’estro di Roma è ancora tenuto in vita dalla volgarità, dalla noia e dall’indolenza della plebe”. Montanelli, che se ne proclamerà l’erede, è “un misantropo che cerca compagnia per sentirsi più solo”. Cattivo quando occorre. “Pensare contro è facile, pensare a favore desta sospetto”. “La burocrazia degli ideali ha l’alito pesante”. “In Italia tutti estremisti per prudenza”.
Sono annotazioni e aforismi dei dieci anni dal 1947 alla morte. Gli anni della rinascita presto naufragata nel conformismo, che tuttora domina la Repubblica. Di cui Longanesi risentiva soprattutto la parte morale: l’abuso del linguaggio (retorica, vuota, stentorea), la furberia, e il mammismo di recente conio, di Corrado Alvaro. Più burlesco che amaro. Con la prefazione di Montanelli, per la pubblicazione postuma dei taccuini, nel 1957, e una nota di Buttafuoco. Longanesi è stato un editore, soprattutto, e a tempo perso scrittore. Ma in tutto accompagnato da una vena ironica e critica.
Leo Longanesi, La sua signora, Longanesi, pp.  223 € 20

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