E
con chi andrà l’Europa di Angela Merkel alla birreria, ora che deve prendere
“il suo destino su di sé”? A Mosca no, siamo nemici. Li Keqiang, il primo
ministro cinese, a Berlino e Bruxelles come da calendario al settimana scorsa
per negoziare gli accordi Cina-Ue, ha aperto la solita finestra della Cina è
vicina. Alleluja!
Questo
giovedì. Sabato la finestra era chiusa: la Cina è negoziatore tignoso, duro, e
la Ue non sa accordarsi.
Difficile
però anche non rilevare la straordinaria propensione di Angela Merkel per i
regimi forti. Prima per Erdogan, che ci ha indotti a finanziare con tre
miliardi. Ora per il cupo regime cinese. Che sorride molto, ma è ferreo,.
Putin, bene o male, qualche elezione la tiene, il partito Comunista cinese no,
e anzi ogni tanto fa le purghe, ancora nel 2017. Possiamo anche fare a meno della
dichiarazione universale dei diritti, ma che si sappia.
E
poi, che vuol dire Europa? Ce li ha gli arsenali: bombe, sommergibili, missili?
No, e allora, come vuole competere? Non ha neppure un governo – o quello forse
sì, poiché se ne fa portare a mali passi.
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