domenica 4 giugno 2017

A Pechino a Pechino

E con chi andrà l’Europa di Angela Merkel alla birreria, ora che deve prendere “il suo destino su di sé”? A Mosca no, siamo nemici. Li Keqiang, il primo ministro cinese, a Berlino e Bruxelles come da calendario al settimana scorsa per negoziare gli accordi Cina-Ue, ha aperto la solita finestra della Cina è vicina. Alleluja!
Questo giovedì. Sabato la finestra era chiusa: la Cina è negoziatore tignoso, duro, e la Ue non sa accordarsi.
Difficile però anche non rilevare la straordinaria propensione di Angela Merkel per i regimi forti. Prima per Erdogan, che ci ha indotti a finanziare con tre miliardi. Ora per il cupo regime cinese. Che sorride molto, ma è ferreo,. Putin, bene o male, qualche elezione la tiene, il partito Comunista cinese no, e anzi ogni tanto fa le purghe, ancora nel 2017. Possiamo anche fare a meno della dichiarazione universale dei diritti, ma che si sappia.
E poi, che vuol dire Europa? Ce li ha gli arsenali: bombe, sommergibili, missili? No, e allora, come vuole competere? Non ha neppure un governo – o quello forse sì, poiché se ne fa portare a mali passi.

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