giovedì 29 giugno 2017

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (330)

Giuseppe Leuzzi

Venti giornalisti sono sotto protezione, per aver ricevuto minacce. Dodici a Roma, tre a Milano, due a Torino, uno a Viterbo, uno a Caserta, uno a Reggio Calabria.

Diecimila sbarchi in quattro giorni hanno solo quattro righe in prima pagina sul “Corriere della sera”. Sotto il titolo:”Scontro politico sugli sbarchi”. La prima pagina è presa dalla festa a Renzi, a opera di Prodi, Franceschini e Sala. Se non sbarcano a Milano, non esistono.

L’Anas è orgogliosa della Salerno-Reggio Calabria, che ha rifatto per conto del governo.  La riclassifica A2, in promozione da A 3, e la nomina “Autostrada del Mediterraneo”. Ma deve fare tutto da sola, come una promozione commerciale. Con pubblicità pagate: ha tecnologie d’avanguardia, wi-fi, telecontrollo delle gallerie, illuminazione a led, asfalto anti-ghiaccio… Se non se ne può parlare male, meglio non parlarne.
Siccome l’autostrada non la celebrano “la televisione” né “i giornali”, non ce n’è traccia neppure nei medi locali, dal “Mattino” in giù.

Mai sentito
Alassio ha un celebrato lungomare da cui non si vede il mare.

“Banche venete. Dal governo 7 miliardi”. No, 12. Per Mps 8 miliardi. Etruria and co. 2 (3? 5?) miliardi. Se il governo avesse speso a suo tempo qualche miliardo, di lire, per la Carical, o per il Banco di Napoli, le querimonie sarebbero state da libro di storia.

La Pedemontana lombarda è fallita: non ha la liquidità per completare il progetto, 1,8 miliardi, presenta un attivo sovrastimato – i pedaggi reali sono metà del previsto – e i giudici sono perplessi, investiti dai creditori. Ma non si può dire.
La Pedemontana figura un “project financing”, cioè un investimento privato, per una infrastruttura in concessione. Ma è il progetto pilota del presidente della Regione, il leghista Maroni. È controllata  dall’azienda regionale Serravalle, presidente Di Pietro (in scadenza). È un manufatto costosissimo, e fermo dopo mezzo secolo a 25 dei 67 km. progettati. 
La Pedemontana Lombarda è cinquant’anni di studi, consulenze, prospezioni, etc., di ingegneri, geologi, geometri, esperti ambientali, architetti, urbanisti, e moltissimi avvocati. Un investimento pubblico-privato in realtà: statale, regionale e privato. Da 4, poi 5, miliardi. Per 67 km., da Varese-Malpensa a Bergamo (da Cassano Magnano a Orio Sotto). In piano. Sette milioni e mezzo a km., record mondiale di costo. Uno scandalo, di cui però non si parla.
La Pedemontana Lombarda doveva essere pronta per l’Expo, un anno e mezzo fa. Poi per fine 2017. Invece è ferma, e ha realizzato solo 25 km.. Insomma, uno scandalo dei maggiori. Ma non ne sappiamo molto.

Ventidue, o ventitré, capi d’imputazione per l’appalto della “piastra” dell’Expo a Milano. Un appalto ragguardevole, da 1,7 miliardi - non il solo peraltro dell’Expo. Ma l’indignazione è che si siano potute formulare queste imputazioni. Non chi ci ha mangiato, né come.

Angelo De Mattia non ha mezzi termini su Popolare di Vicenza e Veneto Banca: “La peggiore gestione di una crisi bancaria”. Ma lo può dire solo su formiche.net. De Mattia era collaboratore di Fazio alla Banca d’Italia, quando i salvataggi si facevano “prima”, con la moral suasion. Fu così che i problemi dei grandi banchi del Sud, di Roma, di Sicilia, di Napoli, si risolsero senza allarmi e senza i costi abnormi per la collettività che ora stiamo pagando. Ma il metodo non andava bene a “Milano”, a Unicredit, a Bazoli, che avrebbero voluto i banchi per niente, e Fazio fu abbattuto.

La sindrome di Uccialì
Fa un’ottima sintesi della mania del tradimento al Sud Carlo Ossola in visita a Otranto come inviato speciale del “Sole 24 Ore” domenica 18 giugno. Con una conclusione generosa: “La storia non ha una sola direzione: il terribile Ulu Alì, o Uccialì, o Occhiali, alias Giovanni Dionigi Galeni (Le Castella, Calabria, 1519 – Istanbul 1587), catturato dai corsari, si convertì all’islam, divenne pascià di Tripoli, governatore di Algeri, e temuto signore del Mediterraneo (scorrerie sino a Taggia e Roccabruna, e la Corsica); protagonista infine della battaglia di Lepanto ove tenne testa a don Giovanni d’Austria (come ricorda anche Cervantes nel Don Chisciotte); eppure nel crotonese e nel Salento lo si ricorda con un monumento e lapidi”.
Un altro emigrato, si può dire di successo, benché con la violenza, sarebbe stato un giovane Galeni qualsiasi al suo paese. Ma la conclusione dell’illustre filologo è generosa – sembra divagare per non dire la verità: “La si è chiamata, nei tempi moderni, «sindrome di Stoccolma» (la vittima si sottomette all’aggressore, ammirata), ma forse bisognerebbe più propriamente chiamarla la «sindrome di Uccialì», quel fascino che emana da corsari, briganti, uomini di ventura, fuori da ogni legge, castigatori e giustizieri, che hanno popolato la nostra infanzia, i fumetti, i film di un eroismo solitario e senza terra”.
Nessun eroismo, solo succubismo. No, è proprio la “sindrome di Stoccoma”, una sindrome popolare, rassegnata: la verità è la dipendenza dall’esterno.
O non è una forma di sudditanza, al peggio? Di rifiuto di sé. 

Trame
“Le bandiere  blu vengono acquistate dai Comuni, al costo ogni anno di 3.500 euro. La valutazione che fa la Fee è immaginaria e non scientifica”. Lo denuncia Andrea Dominijanni, vicepresidente di Legambiente Calabria, al festival “Trame”, a Lamezia Terme.
La Fee, Foundation for Environmental Education, è un’associazione non governativa e non profit, con sede in Danimarca, che fa una valutazione dettagliata, su 25 punti, ma non gratuita e non autonoma: la basa sull’autocertificazione dei Comuni interessati. Da qui le spiagge sporchissime, e non per caso o accidente, celebrate con la Bandiera Blu. Poi si dice le mafia.
“Trame” è da intendersi le trame mafiose. Un festival delle mafie? Non esattamente: un festival di libri sulle mafie. Alla settima edizione.

Sudismi\sadismi
A Ruoti, in provincia di Potenza, il sindaco uscente Angelo Salinardi candida una Anna Scalise. Che non è sua nipote, e nemmeno sua amante – è del suo partito. Ma la cosa scandalizza “Sette”, il settimanale del “Corriere della sera”.
Lo scandalo non è Tosi, che a Verona candida la sua compagna Bisinella. No, è Ruoti. Bisognerà cercarlo sulla carta. Che però tanto marginale non dev’essere, se il “Corriere della sera” si vende, pensa di vendersi, con la campagna elettorale a Ruoti.

Già che c’è, “Sette” dà una spallata pure al sindaco di Militello Rosmarino, “alle spalle di Sant’Agata di Militello”. Tanto odio, però, non deve essere casuale, il “Corriere della sera” lo confida al suo Montanelli del momento, Gian Antonio Stella. 
Militello Rosmarino Wikipedia dice comune di 1.324 abitanti.

leuzzi@antiit.eu

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