La Cgil e l’ex
Pci, oggi Mdp, hanno fatto abolire i voucher per un sussulto morale: “Sono
sfruttamento del lavoro”. L’effetto è che ora non si accettano più i lavori
stagionali: si preferisce l’indennità di disoccupazione, e il lavoro in nero,
senza versamenti all’Inps e senza tasse.
Il governo
tenta di reintrodurre i voucher con limitazioni. Di durata e di retribuzione.
Che però necessitano di un contabile esperto, se non di un giuslavorista.
La
protezione del lavoro si ribalta in protezione dei consulenti, e in costi non
sostenibili per le famiglie.
Telecom-Tim telefona
una media di otto volte al giorno, dal lunedì al sabato, da tre anni, per “recuperare”
le linee passate ad altro gestore. A un costo, per l’azienda oltre che per l’utente?
Nessuna
protesta viene a capo dell’abuso. Non all’Autorità per la Privacy, non a quella
delle Telecomunicazioni.
Si chieda a Tim
di passare da un contratto Tutto Voce per la linea fissa a un contratto Voce,
per risparmiare sul canone, più che raddoppiato - da 32 euro bimestrali a 29 ogni
quattro settimane.
L’operatrice
dice: ecco fatto, tra un mese il suo contratto sarà Voce.
Passano due
mesi, senza modifica. L’operatore Tim dice che la variazione non si può fare se
prima non c’è il subentro, essendo la linea intestata a familiare deceduto. Per
il subentro basta inviare una richiesta per fax, col codice fiscale.
Passano due
mesi senza risposta. L’operatrice dice che il fax c’è ma è sbagliato. Bisogna
allegare alla domanda la tessera fiscale, fronte\retro, la carta d’identità
fronte\retro, e il certificato di morte dell’intestatario della linea. Procurarsi
il certificato di morte è un’impresa, ma si fa.
Altri due mesi
sono passati, e niente. Si provi allora, rinunciando al vecchio numero con
tutti i suoi contatti, a disdire l’abbonamento. Non si può, può farlo solo l’intestatario.
La Riviera
Apuana ha visto la spiaggia profonda sparire in pochi anni, erosa dal porto di
Carrara. Che ora colpisce fino in Versilia.
Il porto, bloccando il ripascimento
naturale con la sabbia del Magra, si è “mangiato” 15 km. di spiaggia, della stessa
Marina di Carrara, di Marina di Massa, e del Cinquale-Marina di Montignoso. Sono
banchine volute da Fanfani, oltre mezzo secolo fa,
per esportare le caldaie e le turbine della Nuovo Pignone, di cui aveva imposto
il salvataggio all’Eni, che non esiste più. Il porto è praticamente vuoto, ma
se ne dispone l’ampliamento, con un nuovo molo.
I comuni della
Versilia, Forte dei Marmi in testa, fanno fronte all’erosione della spiaggia provocata
dal porto di Carrara utilizzando la sabbia marina del porto di Viareggio, che è
minacciato d’insabbiamento. Al costo di un milione per questo primo intervento.
Molti milioni sono
stati spesi negli anni per un inutile contrasto all’erosione. Almeno 30
miliardi di lire per le marine di Carrara e Massa, negli anni 1990. Nel 2003 la regione
Toscana ha speso 15 milioni per geotubi sottomarini, e per i ripascimenti annuali
con sabbia di fiume. Ora investe 26 milioni per rifare le barriere lapidee in
mare. Nel mentre che studia di ampliare il porto di Carrara.
L’appalto è fine a se stesso, per le
cave di sabbia e i costruttori di moli.
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