Il
contrasto col Qatar si è acuito nella penisola arabica e sul fronte libico dopo
la visita di Trump a Riad e la convocazione degli stati generali arabi contro
il terrorismo. E in questa chiave potrebbe rientrare. Quello che Trump aveva in
mente era la mobilitazione di tutti i regimi arabi, Qatar compreso, che ospita
le forze aeree anglo-americane nella base di El Udeid vicino Doha, la capitale,
e ha partecipato a tutte le guerre di
Obama.
È
vero che il Qatar contraddice anche a un’altra delle linee di politica estera
di Trump, l’antagonizzazione dell’Iran. Non da solo, peraltro: anche l’Oman,
che pure ospita una base americana, e il Kuwait sono per un rapporto di buon
vicinato. Ma una volta messa al centro la sovversione, l’unanimità potrebbe
rifarsi tra gli arabi.
Il
regime iraniano, che fino a due anni fa limitava le sue interferenze al Libano,
tramite gli Hezbollah, si è allargato allo Yemen, dove combatte una vera e propria
guerra contro l’Arabia Saudita, alla Siria, all’Irak, e a Bahrein.
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