martedì 6 giugno 2017

Le divisioni arabe

L’attacco di Arabia Saudita, Emirati (Abi Dhabi, Dubai tra gli altri), Egitto, Bahrein, Libia contro il Qatar è venuto senza ultimatum, ma non improvviso. È lunga e pubblica la polemica degli Emirati e dell’Arabia Saudita, le potenze confinanti, contro il Qatar (e contro la Turchia), per il sostegno pubblico alla Fratellanza Mussulmana, e ad Hamas, e per il finanziaento e la fornitura di armi a gruppi di Al Qaeda in Siria e in Libia, agli Hezbollah libanesi e al talebani in Afghanistan, da ultimo sotto forma di grossi riscatti per il rilascio di ostaggi. Il Qatar, inoltre, tiene aperto il dialogo con l’Iran di là dal Golfo, col quale condivide alcuni giacimenti di gas. E anche questo non piace negli Emirati e in Arabia Saudita, che sono da serpe schierati contro il khomeinismo . contro la carica sovversiva del khomeinismo.
L’Iran però è un falso scopo. Il nodo della controversia è il sostegno all’islam militante. Tra chi tenta di cavalcarlo, il Qatar, e chi invece lo combatte. Entrambe le scelte hanno lo stesso scopo: disinnescare il militantismo all’interno. Che nella penisola arabica sarebbe letale, essendo i regimi locali tutti patrimoniali, senza base politica se non tribale. I due orientamenti non sono antitetici: l’Arabia Saudita ha sostenuto a lungo il militantismo islamico, solo da tre anni ha cambiato orientamento.

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