“I dispositivi tecnici a Napoli sono
essenzialmente rotti: solo eccezionalmente e in virtù di un caso straordinario
ce ne sono anche di funzionanti. Col tempo si ha l’impressione che tutto viene
prodotto già rotto in anticipo.” È l’attacco. Il seguito è una pirotecnia: “Per
il napoletano il funzionamento comincia proprio e soltanto quando qualcosa si
rompe… Le riparazioni definitive sono per lui un misfatto; in quel caso,
volentieri rinuncerebbe del tutto all’automobile… Per lui l’essenza della
tecnica sta nella messa in funzione del rotto”.
Parallela alla filosofia del rottame, del
Kaputt, lo studioso tedesco, filosofo, sociologo, economista, svolge quella del
prodotto intangibile, arcano: per il Napoletano “ciò che invece è intatto, ciò
che, per così dire, va da sé, è per lui inquietante e sospetto, proprio perché,
in quanto va da sé, non si può davvero mai sapere come e dove andrà”.
Questa dice “filosofia del capostazione”: non si può sapere. Del capostazione
che gliela enunciò, in risposta a una richiesta, “per il treno da Castellammare
a Napoli, che nel corso del suo mezzo secolo è diventato sempre più
logoro, e fino all’ultimo minuto non si riesce a sapere quando arriverà”. Il senso della filosofia del
capostazione, e del Napoletano, è questo: “Non si può far nulla, dal momento
che ciò che è intatto funziona da sé”.
Illeggibile, come tutta l’eredità del marxismo-leninismo, di cui era un’autorità in fatto di lavoro (“Lavoro intellettuale e lavoro manuale” è sempre in edizione), quando scrive di cose viste Sohn-Rethel è spontaneo e lieve. Era un tedescianche particolare, essendo nato a Neuilly-sur-Seine, cioè a Parigi. Nel 1921, a 22 anni, senza prospettive a Heidelberg dove aveva studiato, se ne torna al paese, a Gaiberg. Fa la conoscenza in questi anni di Walter Benjamin e di Ernst Bloch, ma la sopravvivenza è faticosa, anche perché si è sposato e ha un figlio. Finché un editore non gli chiede un’opera di dvilgazione cultural filosofica, per la quale lo paga 250 marchi al mese. Poco per la Germania ma da due zii sa che al Sud Italia bastano. Parte quindi con moglie e figlio per Capri, dove lo zio Otto ha una villa ad Anacapri. E subito dopo per Positano, dove c’erano più case sfitte e meno care, patrocinato dallo zio amato Karli, pittore. Ci starà due anni e mezzo, divertendosi con la corte di “artisti” che lo zio anima, e lavorando moltissimo. Tornerà in Germania con tre lavori completati, preludio, dice Carl Freytag nella postfazione, alla “Critica dell’economia soggettivistica”.
Illeggibile, come tutta l’eredità del marxismo-leninismo, di cui era un’autorità in fatto di lavoro (“Lavoro intellettuale e lavoro manuale” è sempre in edizione), quando scrive di cose viste Sohn-Rethel è spontaneo e lieve. Era un tedescianche particolare, essendo nato a Neuilly-sur-Seine, cioè a Parigi. Nel 1921, a 22 anni, senza prospettive a Heidelberg dove aveva studiato, se ne torna al paese, a Gaiberg. Fa la conoscenza in questi anni di Walter Benjamin e di Ernst Bloch, ma la sopravvivenza è faticosa, anche perché si è sposato e ha un figlio. Finché un editore non gli chiede un’opera di dvilgazione cultural filosofica, per la quale lo paga 250 marchi al mese. Poco per la Germania ma da due zii sa che al Sud Italia bastano. Parte quindi con moglie e figlio per Capri, dove lo zio Otto ha una villa ad Anacapri. E subito dopo per Positano, dove c’erano più case sfitte e meno care, patrocinato dallo zio amato Karli, pittore. Ci starà due anni e mezzo, divertendosi con la corte di “artisti” che lo zio anima, e lavorando moltissimo. Tornerà in Germania con tre lavori completati, preludio, dice Carl Freytag nella postfazione, alla “Critica dell’economia soggettivistica”.
Cinque
brevi testi in questa plaquette, di
aneddotica leggera. Di cui tre “napoletani”: “Un ingorgo nella via Chiaia”,
“L’ascesa al Vesuvio”, “L’ideale del Kaputt”, del rottame, che sbozzano una
sorta di postmodernismo della tecnica. Tre testi succulenti, che bizzarramente
non si editano in italiano, mentre si pubblica sempre Sohn-Rethel per le opere
di sociologia perente – dell’“Ideale del Kaputt” Alfredo Pellecchia regala
online la traduzione. E due, “I ratti di Sigurd” e “Lo zoo di Dudley”, come
parusie di un ordine differente, un po’ come a Napoli, anche se non superiore,
come forse a Napoli.
Sigurd,
vedendosi scomparire le due uova cui ha diritto a Londra con la tessera
annonaria alla fine della guerra dopo che le ha riposte religiosamente nella
dispensa, si apposta la notte del sabato, la notte delle uova, e vede due topi che
si indirizzano ognuno su un uovo: sanno cioè il giorno e l’ora, e dove
indirizzarsi, come parlandosi. A Dudley la famiglila che infine può passare un
giorno allo zoo, anche per inaugurare la Mini nuova, se la trova all’uscita
sfasciata. Lo zoo assicura che saranno risarciti: l’ha sfasciata un elefante da
circo, che lo zoo aveva comprato, e che attraversando il piazzale nel
trasferimento aveva trovato comodo sedersi sulla Mini rossa. La macchina è
ancora utilizzabile ma al semaforo un vigile chiede: “Che è successo?” “Un
elefante”. Ed è la fine: famiglia in commissariato, esami di alcolismo per il
padre alla guida, rimproveri, raccomandazioni.
“Un
ingorgo nella via Chiaia”, il primo presumibilmente dei tre testi napoletani di Sohn-Rethel, è
pubblicato qui come primizia. Un anticipo della “meraviglia tecnica” dei
Napoletani, con gli aneddoti che saranno le prove dell’“Ideale del Kaputt”. Il
principale è il forchettone che, infilato nel mozzo di una moto che va in
folle, monta la panna in una latteria – “l’ho visto io”, dice qui. Con la prima
e più spiegata filosofia del capostazione, a proposito del “treno forse più
veloce in tutta Europa”, che non sa se funziona o no: “Che ne so io, se queste
cose vanno da sole? Come si può sapere dove vanno, e quando vanno?”.
“Soprattutto
i motori, di qualsiasi specie, riempiono l’arsenale di fortuna del Kaputt”,
spiega qui Sohn-Rethel. Che molti aneddoti ha di stile napoletano, fantasioso. Ma
forse non inventati. Quello della moto da panna. L’elettricità che va e viene e
non impensierisce nessuno – “la corrente non c’è”, in italiano. Mentre la cura è massima per illuminare la
Madonn a. La caffettiera che bolle sul motore del motoscafo e fornisce il caffè
fresco per tutta la gita nel Golfo. La manifattura all’aperto, su una strada di
centinaio di metri – roba del Seicento descritto da Marx, gongola Sohn-Rethel:
“Una manifattura senza un solo pezzo fatto a macchina, solo con martelli,
tenaglie, lime e bruciatori, e i materiali liquidi che escono dal forno”. L’ingorgo
di via Chiaia, in epoca di poche automobili, è provocato da una “carrozza”, in
italiano, tirata da un asino, composta da una cassa su due biciclette, a cui
gli “scugnizzi” danno la baia montando, smontando, strattonando. “L’ideale del
Kaputt”, contemporaneo probabilmente degli appunti dell’“Ingorgo”, fu
pubblicato sulla “Frankfurter Zeitung” nel 1926, il 21 marzo.
Una
chicca. Con una postfazione di Carl Freytag su Sohn-Rethel “a Napoli” nel
1924-27. Freytag ricorda che nulla è cambiato: in via Chiaia l’ingorgo
è permanente. Ma evoca un Sud non ancora maledetto, malgrado tanto colore, e
anzi meta di molti intellettuali, anche tedeschi, Adorno, Benjamin, Kracauer,
Ernst Bloch. Sohn-Rethel, aggiunge, va oltre il colore, affascinato anche
teoricamente dalla “prassi anarchica napoletana e la indomabile resistenza ai
poteri sociali della Chiesa, la Camorra, la Tecnica”. Rideva, ma sul serio. L’ “Ideale”
è un pezzo satirico e alla fine filosofico.
“La tecnica comincia piuttosto
soltanto dove l’uomo oppone il suo veto contro il chiuso ed ostile automatismo
dei macchinari e lo fa rimbalzare nel suo mondo”, concludeva. Il Napoletano
“dapprima distrugge la magia, ostile all’umano, dell’intatto funzionamento
meccanico, e solo così si installa poi, una volta smascheratane la mostruosità,
nella sua anima semplice, e gode per averne effettivamente incorporato il
possesso nell’illimitato dominio di un’esistenza utopicamente onnipotente”.
Alfred Sohn-Rethel, Das Ideal des Kaputten, Bettina Wassmann, pp. 61 € 9,72
Alfred Sohn-Rethel, Das Ideal des Kaputten, Bettina Wassmann, pp. 61 € 9,72
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