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lunedì 5 giugno 2017

Mal d'Africa e crimini di guerra

Sotto forma di romanzo, la pubblicazione dei crimini di guerra italiani in Africa nella creazione dell’impero, tra il 1935 e il 1937. A opera non di tre topi d’archivio ma di due avvocati, Dodaro e Panella, e un lobbysta.
Nulla di nuovo per la verità. “La conquista dell’impero” è titolo di una diecina d’anni fa di Andrea Molinari. Il “mal d’Africa”, ancora vivo in molti negli anni 1950-60, era il sesso facile in colonia – ci indulgeva al suo tempo, tenente del XX Battaglion Eritrea, anche Montanelli. Le bombe incendiarie, un piccolo scoppio e un’immensa fiammata, furono descrite all’epoca anche dal figlio aviatore di Mussolini, Bruno, nelle memoriedi guerra – “sembrano formiche inmpazzite”, diceva degli abissini che cercavano scampo, e non era uno cattivo. L’uso dei gas era già documentato all’Onu, che ebbe a lungo molti italiani iscritti dopo il 1945 tra i criminali di guerra. L’“italiani brava gente” è da tempo in disuso: la formula era stata denunciata negli anni 1960 da Davide Maria Turoldo, il prete poeta servita, e Angelo Del Boca l’ha spietata nei dettagli, in Libia e in Africa Orientale, dalla decade seguente.
Una storia nota. Che però non è mai stata fatta – documentata, registrata. La conquista dell’impero fu una cosa da Norimberga, con l’uso senza scrupoli di armi probite, razzie, rappresaglie, stupri.
Badoglio, che nel dopoguera fu iscritto all’Onu tra i criminali di guerra – ma non processato.- usò largamente i gas, specie l’iprite. Mjussolini ne aveva autorizzato espressamente l’uso. Dal Sud, partendo dalla Somalia, gli faceva concorrenza l’altro maresciallo d’Italia, Graziani. Reduce dala Libia, dove avev inventato il quadrilage e le deportazioni di msaa, e i libici recalcitranti buttava  vivi dall’aeroplano - il maresciallo le ha inventate tutte: le rappresaglie con decimazioni e ostaggi, i campi di concentramento, la deportazione delle popolazioni, la colpa dei vinti, moderno Sippenhaft, e i defolianti. In Etiopia, dopo un attentato, ci pensò su una diecina di giorni e il 19 giugno ‘37 fece accoppare tutti i monaci del convento di Debré Libanos, 297, più 129 diaconi e 23 laici, 449 in totale. L’eccidio lo curò un  generale Maletti. Anche Graziani usò liberamente i gas – iscritto e non processato all’Onu tra i criminali di guerra. .
In mancanza della storia, Cosentino, Dodaro e Panella rimediano con una romanzo. Qualche documento lo hanno trovato nell’ex museo dell’Africa Italiana. Ma meglio hanno fatto sapendo narrare i “fantasmi”.
Marco Cosentino,  Domenico Dodaro, Luigi Panella, I fantasmi dell’impero, Sellerio, pp. 52 € 15


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