lunedì 5 giugno 2017

Salviamo Al Jazira, oggi

astolfo


Un divertissement di questo sito agli inizi del 2011, “Salviamo Al Jazira”
anticipava, in forma di raccontino futuribile, gli eventi. L’isolamento oggi del Qatar, l’editore di Al Jazira, avrà ragioni che non sappiamo. Ma è difficile pensare a qualcosa di diverso alla cassa di risonanza mediatica, specie di Al Qaeda al tempo delle teste nmozzate.

Nell’anno 2017 la santa alleanza Al Qaeda-Iran ha avuto ragione della penisola arabica, scacciandone le corrotte plutocrazie. Tutti i residenti del Qatar, quelli che avevano l’aereo personale e anche gli altri, cercano rifugio in Occidente. Il popolo del Qatar in fuga, mezzo milione di persone senza gli immigrati, trecentomila senza gli sciiti iraniani che furono la quinta colonna dell’ivasore, cinquantamila famiglie, forti dei 150 mila dollari di reddito pro capite l’anno, un milione per ogni famiglia, partì sicuro di trovare rifugio in Svizzera, se non in California, dove il mare è tiepido, anche lì. Ma si scoprì che quel reddito esisteva finché esisteva il Qatar. Anzi l’emiro del Qatar. Senza l’emiro il reddito finì nella mani dei nuovi padroni, che se ne servirono per comprarsi in Svizzera e in California batterie multiple di missili di ogni portata, dai venti ai 20 mila chilometri, la metà della circonferenza del globo terrestre, che quindi fu sotto controllo ai punti cardinali, a Est e a Ovest, a Nord e a Sud, fuori portata restando gli apici delle direzioni intermedie, ma trascurabili, le zone vuote del pianeta, con testate di ogni tipo, convenzionali, chimiche, nucleari, batteriologiche.
Una crociata si apre allora, specie in Europa, per salvare al Jazira, i suoi redattori e mezzobusti, alcuni sono leggiadre signore, appena velate, fulcro dell’opinione pubblica negli Emirati e nell’intera penisola. Un’istituzione esemplare, Al Jazira, che pochi titoli del suo indice online bastano a spiegare: “Le amnesie della “Giornata della memoria”, “11 Settembre 2001, inganno globale”, con dvd, e “Perché l’Occidente merita di morire”. Non senza buona volontà. Nel convegno con la rivista “Rest”, sponsorizzata dal magnate della buona coscienza George Soros, che pure sarebbe uno scampato ai lager di Hitler, il 29 febbraio 2008 (la data non è fittizia, il 2008 è stato bisestile), l’emittente si costrinse a un compromesso: il dissolvimento di Israele in uno stato multiconfessionale a maggioranza islamica – l’islam del resto una tradizione ebraica vuole protettore benevolo dell’ebraismo, in Nord Africa, in Turchia e nel Medio Oriente, a differenza del cristianesimo in Europa.
A Bel Air e Pasadena, prima destinazione dei fuggiaschi, non li vogliono. Ci sono stati casi di cannibalismo, di una vezzosa annunciatrice è stato trovato solo il foulard: c’è un Al Qaeda americano che fa sparire i mussulmani. A Londra e in Svizzera li prendono se hanno grossi patrimoni. I grassi emiri e i loro figli sì, che da tempo ve li avevano depositati, uno degli ottomila figli dell’emiro del Dubai ha dichiarato un patrimonio che è il doppio di quello di re Carlo III. Ma i giornalisti, gli intellettuali, e le annunciatrici, benché ricchi per i parametri mediterranei, devono accontentarsi di capitali meno esclusive, Roma, Marbella, Skyantos. Dove è consentito alle donne, coperte dal casto foulard, di andare a prendere il gelato al caffè, seppure voltandosi verso il muro.
Non se la passano male – c’è sempre chi dice che Al Jazira fosse un’invenzione degli americani contro gli americani, una quinta colonna di battone colorate e finocchi. Ma sono isolati, si vedono tra di loro, la protezione è una forma di isolamento, e non si piacciono. La protezione del resto, pur impiegando i paesi europei le loro forze migliori, si rivela in troppi casi inutile. Anche perché, in assenza di una tv benevola, i redattori e i mezzobusti di Al Jazira alimentano sempre il famoso sito in cui non rinunciano a diffondere la verità – negli emirati del Golfo, benché ricchi e dissipati, la verità è sempre stata incontrovertibile: come i servizi segreti israeliani si erano impadroniti di Al Qaeda, e degli ayatollah, per distruggere il vero islam.
(continua)

Ben presto il benevolo intervento europeo per salvare il pluralismo, la libertà di opinione e Al Jazira si rivelò infruttuoso. Le Feste del 2017 e il Capodanno del 2018 furono insanguinati nelle capitali di ripiego, attorno al Mediterraneo, dove i combattenti della libertà del mondo arabo avevano trovato rifugio. Definitivamente lontani dal Golfo, dove l’Alleanza Al Qaeda-Ayatollah si era consolidata col contributo di avveduti manager cinesi, vecchi comunisti dalla mani e il viso di biscuit ma dalla mente rapida e il cuore duro, redattori e mezzobusti dell’emittente persero la speranza e la vita.
L’una dopo l’altra, alcune insieme, le belle annunciatrici furono trovate morte la mattina nel loro letto, seppure senza causa apparente. Qualche giorno più tardi la stessa sorte toccò agli uomini. Il Qatar, il paese dove erano diventati liberi e ricchi, era intanto stato spianato, comprese le loro ville con le piscine e le montagne false. Negli stessi giorni alle Maldive, avamposto appena conquistato dall’Alleanza, fu tagliato il collo agli ultimi turisti nascosti tra le palme, quelli che erano scampati allo tsunami.
Le polizie europee indagarono a lungo per trovare un nesso, ma non lo trovarono, un nesso non c’era. Invece si venne a sapere che non tutti i giornalisti e i redattori dell’emittente erano morti. A un censimento, complesso tra le polizie dei tre paesi, risultò infine che i più militanti si erano salvati. Nel mentre che loro stessi facevano sapere di essersi riorganizzati, seppure sempre con la vecchia sigla del’emittente. Un regolamento di conti tra fazioni evidentemente diverse e avverse, conclusero gli investigatori italiani. Ma nella perplessità generale, il regolamento di conti essendo nozione residua nella Nova Europa,e confinata all’Italia. Inoltre, non fu possibile nascondere a lungo che i morti non erano stati trovati nel loro letto. Ovvero sì, ma in una sorta di lento sgozzamento, che doveva avere provocato per ognuna delle vittime una serie di convulsioni, testimoniate dalle diverse direzioni che il getto del sangue aveva preso. Come se gli assassini, uccidendo lentamente i fratelli di Al Jazira, avessero voluto far rivivere come un incubo, la notte, al buio, gli sgozzamenti che essi per due decenni avevano esibito per dovere di cronaca. Con messaggio subliminale ma forse anche in chiaro: le polizie congiunte d’Italia, Spagna e Grecia non escludevano di ricevere anche loro i famosi video che avevano reso l’emittente autorevole.
Se non che l’attenzione fu presto deviata dal rapido accavallarsi di altri imprevisti eventi. I sopravvissuti riemerso a Zurigo, benché in forma anonima, e Londra. Dove Carlo III venne sfidato dal partito del figlio Guglielmo, che chiedeva l’abdicazione i favore del principe ereditario, e senza attendere lo proclamava monarca col titolo di Guglielmo V. L’insurrezione, avvenuta in contemporanea con l’arrivo a Londra dei sopravvissuti di Al Jazira, fu messa dai legittimisti sul conto della corruzione senza limiti di cui facevano carico all’Alleanza Qaeda-Iran. Ma con riserva: il re di Saint-James essendo anche il grande capo della massoneria, i legittimisti non si vollero precludere i legami con una potenza occulta, quale essa fosse.
Ma non fu la sola novità: altre, di ben più vaste conseguenze, erano intervenute dall’America. E proprio dall’asse Bel Air-Pasadena che era stata la prima scelta dei profughi politici di Al Jazira.
(continua)
(Riassunto delle precedenti puntate: nel sommovimento che rivoluzionò il Golfo nel 2017-8, l’Occidente si era mobilitato per salvare Al Jazira, in omaggio alla libertà di espressione).
Non tutta Al Jazira, si scoprì, era finita nel Sud dell’Europa, tra Roma, Marbella e Skyantos, rifiutata dalla Los Angeles che conta. La struttura dell’emittente, i direttori, i direttori pubblicitari, i direttori finanziari, i direttori dei programmi, e le loro grasse mogli con le figlie avevano evitato l’infida Svizzera, che quando sei in disgrazia ti espone alla persecuzione. Grazie al loro peso politico e patrimoniale, da tempo influente e rispettato nell’industria dell’immagine a Hollywood, avevano potuto occupare le magioni che da tempo avevano acquistato in città – una parte dagli eredi dello scià, una parte dai principi sauditi, o meglio dagli eredi degli ultimi principi finiti nella Grande Mattanza, che si trovavano a non far niente nelle università di Berkeley e Harvard, ma in questo modo erano rimasti in vita e ben dotati.
Questi reduci di Al Jazira conducevano a Los Angeles vita ritirata, a Bel Air e a Pasadena dove si erano rifugiati. Ma la vita riservata non poté durare a lungo. Una serie ripetuta d’inconvenienti costrinse i profughi a ricorrere alle autorità locali. Prima le donne, a una a una, poi scomparvero a gruppi di tre, uomini e donne mescolati, poi di nuovo a uno a uno, ma con più lenta efferatezza. Perché gli illustri profughi scomparivano nel senso che venivano uccisi, in lente operazioni documentate istante per istante da video professionali, di mano sicura, inquadrtire perfette, buona illuminazione. Le donne venivano scannate nude – molte di loro purtroppo non più ben tenute, malgrado la chirurgia e le fisioterapie. Dopo il corpo, la camera indugiava sui volti, mentre la lama prendeva le misure del collo. Dopo il colpo di mannaia, quando la decapitazione veniva completata coi coltelli, l’immagine dissolveva. Ma si faceva vedere il sangue che cola, e il colpo di mano torno torno dei macellai, e si facevano sentire i rumori, le ossa rotte, il fischio del polmone che si affloscia, i gorgogli. Le regie delle esecuzioni erano ripetitive, modellate su tecniche sperimentate da almeno vent’anni nelle immagini e nei tempi.
Il fatto fu d’altra parte presto pubblico, un mercato della mattanza essendosi creato, clandestino ma vasto. La Sunni Airdale fece il pieno, tutte le pay-tv del paese comprarono il programma. Prodotto a costi irrisori, quasi amatoriali: su format della stessa Al Jazira ai tempi d’oro, con personale qaedista a suo tempo addestrato alle esecuzioni, in studi minimi, poco illuminati, con telecamera fissa, manodopera volontaria, tempi eccezionali, mezz’ora di programma si produce in due ore, quasi in tempo reale, senza trattamento, sceneggiatura, piani di produzione, pre-produzione, montaggio, e con post-produzione ridotta. E fu il clou della stagione, con ascolti sempre record, anche in ripetizione, ace di tutti i piani pubblicitari.
Il lavoro maggiore fu da ufficio stampa: creare storie credibili attorno a ognuno dei giustiziandi, di ognuno sottolineare almeno un a colpa anti-americana, incastrare talvolta le singole esecuzioni quasi in un film a episodi. L’industria dei media, non solo la pay-tv, era peraltro partecipata dalla Sunni Bonus Fare, la finanziaria creata, col supporto federale, dagli emiri del Golfo, che anche loro erano dovuti fuggire, ognuno con le sue cento mogli e i mille figli, negli Stati Uniti, dove da tempo avevano indirizzato le loro ricchezze, dopo che l’asse Qaeda-Iran aveva preso possesso della regione.
(continua)

(Riassunto delle precedenti puntate: nel sommovimento che rivoluzionò il Golfo nel 1917-8, l’Occidente si era mobilitato per salvare Al Jazira, in omaggio alla libertà di espressione, ma una serie di decapitazioni si abbatté su giornalisti e mezzobusti dell’emittente, confluendo in una prospera industria dell’horror).
Era l’epoca in America del Tiranno Senza Volto, che il condominio forzoso con la Cina imperiale aveva ridotto a dimensione continentale. Il Tiranno aveva un nome, essendo l’ultimo presidente eletto, succeduto al successore del presidente Obama. Ma da tempo ormai immemorabile era invisibile, dacché aveva decretato la fine delle garanzie costituzionali, e senza sede. Si favoleggiava che stesse in volo, bersaglio mobile imprendibile per il Nemico, in grossi aerei Stealth. Una Legione Volante composita, di Genio Distruttori, contrattualizzati, e kamikaze locali assoldati a poco prezzo, seminava ai suoi ordini il terrore nell’Arco della crisi mediorientale, eretto a Vallum Occidentale, da Ras Khaimah alla Cecenia a San Pietroburgo. E di fronte avanzato contro l’Impero Comunista di Pechino, che facendosi scudo dell’alleanza Qaeda-Iran sterminava i regnicoli del Golfo con false accuse di aggiotaggio, e conseguente impiccagione di massa.
A Ovest del Vallum, nell’Europa orfana del socialismo e di ogni altro potere, la popolazione tentava un’illusoria neutralità. Lavorando alacre giocattoli, cotonate e computer per conto dei monopoli cinesi che controllavano il mercato mondiale. Ma non era inattaccabile al terrore. I commandos americani del Genio Guastatori, che si erano specializzati nella distruzione di monumenti, il Khan Khalil, le Quaranta Colonne, la moschea degli Omayyadi a Damasco, Santa Sofia, si applicavano a distruggere i residui ostacoli alla Difesa Totale, dal Cremlino a San Pietro, che realizzavano con barriere elettroniche, missilistiche, e di ferrocemento. Senza rinunciare al terrorismo di Stato: in proprio, con i contrattualizzati, e con i kamikaze.
A Londra il Pretendente Guglielmo V si allineò all’estrema resistenza anticinese del Tiranno Senza Volto. I guglielmiti suoi volontari ebbero presto ragione dei terzisti, i fautori di suo padre Carlo III. Ma trovarono le porte sbarrate alla Legione Volante. Si applicarono allora a un accetto lavoro di commissariato, facilitando il trasbordo dei nuovi immigranti africani vero l’East Coast, che era anche parte del fiorente commercio della Nuova Schiavitù, volontaria. Folle di africani affluivano in lunghe carovane dal Centro e dal Sud dell’Africa, con ogni mezzo, molti a piedi, alla costa atlantica dell’Europa. Issandosi più in alto possibile, a Cadice, a Lisbona, alla Coruna, da dove, col favore degli alisei e della corrente del Golfo discendente, possenti catamarani li trasportavano di là del’Oceano, in veloce deriva fino a Cuba, quindici o venti gradi più a Sud, che era il cinquantunesimo Stato degli Stati Uniti. Sotto il timone esperto dei normanni guglielmiti, volenterosi broker dei potenti cartelli americani che gestivano, dal Texas e la California, l’analogo afflusso di latini.
Non per altro la Legione Volante respinse i guglielmiti se non l’inaffidabilità. Non dimenticando che gli inglesi sono sempre stati spie e traditori. Dovendo a un certo punto supplire ai kamikaze, la cui tecnica non si riuscì a migliorare, malgrado ogni addestramento e il miglior oppio, mentre l’attività diventava più febbrile, la Legione si adattò a innescare una serie nuovissima di robot da macello, altrettanto precisi e distruttivi. Ma presto la campagna d’informazione della Sunni Airdale, benché non ufficiale, alimentò un forte e costante afflusso di volontari islamici, decisi a vendicare con la morte le vittime della Headcutting Serie contro le ingerenza del fronte Qaeda-Iran e dei suoi padroni cinesi.

(fine)

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