È una storia
dela criminologia, in realtà. Seria e anche da ridere, con la frenologia alla Lombroso,
il suo psicografo, e la spermatorrea di Rousseau – che però Conan Doyle ci
risparmia, e anche Wagner. Con una prefazione di due cartelle che è una summa
ancora origjnale dello sherlockholmesismo. Sherlock Holmes è “la ragione umana,
temperata dal dono dell’amicizia”. È “un eroe letterario in possesso sia di
capacità analitica che di etica”, irresistibile in quest’epoca d’incertezza e
amoralità. Fantasioso ma reale: “Sherlock Holmes è frutto d’invenzione, ma
quello che impariamo da lui è assolitamente reale”. Un positivista che conosce
i limiti del positivismo, per il “rassicurante controllo intellettuale”. In
sintesi: “Una mente incisiva, un cuore affettuoso, e una dimensione artistica”.
Un libro che avrebe meritato miglior sorte, ancora “inedito” a dieci anni dalla
traduzione.
Wagner, una speciaalista
di medicina legale, si serve di Sherlock Holmes per fare una panoramica dell’evoluzione
della sua disciplina, con l’esposizione di casi celebri della criminologia dell’Otto-Novecento.
Servendosi di Sherlock Holmes. Della sua capacità di analizzare veleni, insetti
e altri animali letali, impronte, macchie e altri residui di sporcizia (muco,
sabbia, filamenti, fibre, peli, tabacco), travestimenti, false piste, “cani
neri”. Casi, alcuni, che sono delle storie alla Sherlock Holmes. A partire dal
primo, il cane nero del “Mastino dei Baskerville”: “Il Cane Nero, in Gran Bretagna,
vene chiamato con molto nomi…”. C’è in Tolkien, c’è in Shakespeare, e c’è in casa
dela stessa autrice, nella speie del labrador retriever, e al centro della cronaca a Londra ancora
nel 1945, malgrado i lutti della guerra.
Alcuni lasciati in sospeso, come a dire l’idiozia è immortale: si processò a
Londra Helen Duncan, spiritista, nel 1944, e la si condannò ad alcuni mesi di
prigione, per evitare che potesse prevedere lo sbarco di Normandia che si
preparava, sulla base di un Witchcraft Act del 1735. Poi “non ci si appellò più
al Witchcrafty Act fino al 1951”….
Con un po’ di storia
sorprendente. Incredible dice il numero degli avvelenatori medici. Ma più
scandalosi dei medici e i loro veleni i giudici e i loro verdetti, in epoca
vittoriana, a Londra e negli Usa. Incredibile il numero di indizi e elementi di
prova trascurati o distrutti nel caso di “Jack lo Squartatore”. Con una conclusione
raggelante sull’arte forense: “Ci sono poche figure pericolose quanto un espeerto
chiamato a testimoniare che sia brillante, persuasivo, famoso, ostinato, e
assolutamente in torto”.
Con un indice utilissimo
dei nomi, e una vasta bibliografia dei delitti, celebri e meno.
E.J.Wagner,
La scienza di Sherlock Holmes,
Bollati Boringhieri, pp. 228, il. € 20
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