mercoledì 5 luglio 2017

A scuola da Sherlock Holmes

È una storia dela criminologia, in realtà. Seria e anche da ridere, con la frenologia alla Lombroso, il suo psicografo, e la spermatorrea di Rousseau – che però Conan Doyle ci risparmia, e anche Wagner. Con una prefazione di due cartelle che è una summa ancora origjnale dello sherlockholmesismo. Sherlock Holmes è “la ragione umana, temperata dal dono dell’amicizia”. È “un eroe letterario in possesso sia di capacità analitica che di etica”, irresistibile in quest’epoca d’incertezza e amoralità. Fantasioso ma reale: “Sherlock Holmes è frutto d’invenzione, ma quello che impariamo da lui è assolitamente reale”. Un positivista che conosce i limiti del positivismo, per il “rassicurante controllo intellettuale”. In sintesi: “Una mente incisiva, un cuore affettuoso, e una dimensione artistica”. Un libro che avrebe meritato miglior sorte, ancora “inedito” a dieci anni dalla traduzione.
Wagner, una speciaalista di medicina legale, si serve di Sherlock Holmes per fare una panoramica dell’evoluzione della sua disciplina, con l’esposizione di casi celebri della criminologia dell’Otto-Novecento. Servendosi di Sherlock Holmes. Della sua capacità di analizzare veleni, insetti e altri animali letali, impronte, macchie e altri residui di sporcizia (muco, sabbia, filamenti, fibre, peli, tabacco), travestimenti, false piste, “cani neri”. Casi, alcuni, che sono delle storie alla Sherlock Holmes. A partire dal primo, il cane nero del “Mastino dei Baskerville”: “Il Cane Nero, in Gran Bretagna, vene chiamato con molto nomi…”. C’è in Tolkien, c’è in Shakespeare, e c’è in casa dela stessa autrice, nella speie del labrador retriever, e al centro della cronaca a Londra ancora nel  1945, malgrado i lutti della guerra. Alcuni lasciati in sospeso, come a dire l’idiozia è immortale: si processò a Londra Helen Duncan, spiritista, nel 1944, e la si condannò ad alcuni mesi di prigione, per evitare che potesse prevedere lo sbarco di Normandia che si preparava, sulla base di un Witchcraft Act del 1735. Poi “non ci si appellò più al Witchcrafty Act fino al 1951”….
Con un po’ di storia sorprendente. Incredible dice il numero degli avvelenatori medici. Ma più scandalosi dei medici e i loro veleni i giudici e i loro verdetti, in epoca vittoriana, a Londra e negli Usa. Incredibile il numero di indizi e elementi di prova trascurati o distrutti nel caso di “Jack lo Squartatore”. Con una conclusione raggelante sull’arte forense: “Ci sono poche figure pericolose quanto un espeerto chiamato a testimoniare che sia brillante, persuasivo, famoso, ostinato, e assolutamente in torto”.
Con un indice utilissimo dei nomi, e una vasta bibliografia dei delitti, celebri e meno.   
E.J.Wagner, La scienza di Sherlock Holmes, Bollati Boringhieri, pp. 228, il. € 20

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