Giuseppe
Alessandro Veltri, professore di Sociologia a Trento, e Giuseppe Di Caterino, “consulente
politico in ambito parlamentare”, presumibilmente Pd, resuscitano l’immagine
della bolla, del “Truman Show”, il film di Peter Weir vent’anni fa, per dire il vuoto della politica. Il bla-bla inalterabile. Lo svuotamento delle parole
chiave, informazione, democrazia, fiducia.
Una regressione indubbiamente,
non è una novità: la perdita della speranza, che è l’anima della politica. Di
cui però fanno la colpa alla rete. Per l’effetto egemonia delle parole, se non
delle idee (Gramsci). E per l’elettrificazione della comunicazione e quindi del
mondo, unificato e istantaneo (McLuhan). È il “tramonto delle grandi narrazioni”,
dice Di Caterino, di cui, “da un certo punto di vista Berlusconi, Renzi, Grillo
sono figli”.
Molte molto
buone intenzioni. Ma la rete ha questo e molto altro - è una macchina
gigantesca di miti e riti. E c’è più “grande narrazione”, peraltro televisiva,
di Grillo o Berlusconi, o dello stesso Renzi prima della “tramvata”? È il
giornalismo che invece non ha altro, la vecchia opinione pubblica – ma dirlo è
indigesto?
Giuseppe
A.Veltri-Giuseppe Di Caterino, Fuori dalla
bolla, Mimesis, pp. 103, ill. € 11
Nessun commento:
Posta un commento