Streeck riprende
e sistematizza il saggio del 2012 che dà il titolo. La fine del capitalismo
agli anni 1970, l’inflazione, 1980, la crisi fiscale dello Stato, 1990, la
globalizzazione, Duemila, l’indebitamento privato che ha portato ai “mutui
senza casa” e al crac. L’indebitamento pubblico conseguente si può dire coroni
un processo irreversibile.
Il decano dei
sociologi politici tedeschi si vuole poco ideologizaato. E più sul piano
liberale che sul vetero marxismo, che della fine del capitalismo faceva
esercizio obbligato. E più dopo la crisi petrolifera del 1973, che interruppe l’ideologia
dello sviluppo. I suoi argomenti sono peraltro fattuali. Ma altrettanto
fattuale sarebbe una serie di contro-argomenti. I benefici del neo capitalsimo
negli stessi anni 1970. I privilegi previdenziali e assistenziali che il
capitalismo ha assicurato per tutto il Novecento e la prima decade del
Millennio, malgrado la crisi fiscale dello Stato. E malgrado la globalizzazione,
che pure impose licenziamenti in massa in Europa e negli Usa. Il “never had it
so good” delle presidenze Clinton, con la coda che è finita nel crac bancario. Mentre le incognite sono di altro tipo. Gli
armamenti naturalmente, di cui si tace. E la demografia in primo luogo, che privilegia
l’Asia, e in subordine l’Africa.
“La crisi del
capitalismo democratico” è il secondo saggio della raccolta, più convincente. Ma,
anche qui, parlare di fine dell’Europa piuttosto che del capitalsimo sarebbe più
appropriato. Del continente europeo e della cultura morale e civile che ha
imposto fino ad ora. I paesi capitalisti sono in via di deindustrializzazione,
argomenta Streeck. Ciò non è vero, l’accumulazione è sempre privilegiata, anche
nei paesi di vecchia industrializzazione. Non è però più un modello, e sempre
meno lo sarà: meno giustizia sociale, cioè più accumulazione, ma non redistributiva - un capitalismo che non è più otore ad autoalimentazione.
Nelle interviste
che hanno accompagnato l’uscita del volume Streeck parla di crisi da overdose.
E questo può essere vero, ma allora per eccesso di accumulazione. Restrittiva in Europa, ma ancora accrescitiva nel vecchio Terzo mondo, grazie alla globalizzazione.
Wolfgang
Streeck, How will Capitalism End? Essays
on a Failing System, Verso Books, pp. € 27
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