“La
Francia e gli Stati Uniti non saranno mai divisi”. Eco di storie antiche, da
Lafayette – al cui nome è intitolato lo spazio della Casa Bianca – in qua, ma non
è una frase fatta: Macron rovescia la storia gollista e post della Francia, recalcitrante
alla Nato, e a ogni azione bellica intrapresa dagli Usa, anche sotto l’avallo
Onu. Nel quadro di una politica nazionalista, ma di fatto al carro della
Germania.
Macron
potrà ottenerne un Parigi.bis, una revisione dell’accordo sul clima, che
nessuno dei sostenitori peraltro ha implementato. E una ripresa in altra forma
del Ttip, il trattato commerciale privilegiato transatlantico. E perché no una
voce in capitolo nella pace in Siria, che la Francia non ha mai smesso di
considerare suo protettorato.
Potrà
anche non ottenere nulla, la presidenza Trump ha programmi ignoti, forse allo
stesso presidente americano - ma gli Usa sono lì anche senza Trump. Quello che
Macron ha voluto dire è che si sgancia dalla sudditanza a Berlino. Dei tanti progetti per il rilancio europeo ha scelto un nuovo jet, in partnership con la Germania, ma ben francese.
Gli
onori resi a Parigi al contestato presidente americano nel giorno della
Bastiglia sono un non sottile rovesciamento dei tradizionali schieramenti
atlantici europei, che vedevano la Germania allineata in tutto a Washington e
Parigi recalcitrante. All’indomani della chiamata a raccolta contro gli Usa da
parte di Angela Merkel.
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