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Amicizia
–
Non c’è in nessuna ragione (razionalità). È un dono, pura dépense.
L’amore si può ricondurre alla logica
della procreazione, del matrimonio, della coppia – è “in natura”, trfa tute le
specie animali, più o meno. L’amicizia è umana.
Fantasy – Dopo Odifreddi,
che aveva attribuito al “Signore degli Anelli” la scarsa propensione dei
ragazzi per la matematica, Boncinelli se ne dice stufo su “La Lettura”
dell’altro sabato. Stufo della fantasy. Non solo per l’invadenza, di “Harry
Potter” dopo “Il Signore degli Anelli”, ma perche questa letteratura di maghi e
stregonerie si pretende secolarizzata, e quindi in qualche modo scientifica. Con
spreco, esemplifica, di medicine “alternative”. E di complottismo.
Ma
non è questa l’origine della filosofia – dello stesso Socrate (Socrate non fu
condannato perché mago?)? Stupore e mistero, mistero e stupore. Nonché della
scienza, delle prime misurazioni. La scarsa propensione per la matematica non
può dipendere dalle letture, sia pure di fantasy: giochi di ruolo, anche tra animali e in
situazioni strane, o di carte, esercitano piuttosto l’arte combinatoria.
Galileo era grande lettore della fantasy del suo tempo, l’“Orlando Furioso”.
Galileo – Anticipava
l’interdisciplina. È il riconoscimento del convegno “Il caso Galileo. Una
rilettura storica, filosofica, teologica” i cui atti si pubblicano. Della tavola
rotonda a conclusione, il 30 maggio 2009,
del convegno internazionale organizzato a Firenze dall’Istituto Stensen.
Coordinata da Gad Lerner, partecipavano Evandro Agazzi, Paolo Galluzzi, Paolo
Prodi, Adriano Prosperi. Con molti
chiari e scuri. E una certezza: “La vicenda galileiana ha costituito un
importante fattore di sviluppo della riflessioni metodologiche sulla natura e
le relazioni dei diversi saperi elaborati dalla ricerca umana”
L’Istituto
Sensen è – era – la scuola dei gesuiti a Firenze.
Natura - Nasciamo nel
sangue e cresciamo nella cacca. Pompando cacca, pulendo il sedere dei nostri
figli. A prescindere dalla malattia, il dolore, la vergogna (la puzza, il marciume,
l’inabilità). Per non dire del parto, dopo la gestazione. Ma tutto questo non è
la natura dell’essere umano.
Poesia – È
esercizio e affinamento. Colto: opera cioè per accumulo, anche se sensibile e
sapiente. Per innesti successivi. Non è
il canto originario di Vico e di Rousseau. Ne fa fede il chatbot Xiaoice, la
scatola parlante “Ghiacciolino”, per ora in cinese. Essendo stato riempito
dell’opera omnia di 519 poeti cinesi, tutti quelli degli ultimi cento anni.
Ghiacciolino produce versi, in traduzione, non privi di senso.
Psicologia – È ferma,
pratica psicoanalista compresa, alle vecchie intuizioni “naturali”,
compassionevoli. Accantonata la frenologie, con i saperi consimili, fino allo
psicografo, tanto ingegnoso quanto stupido. Anche nelle forme di
compressione-catalogazione metodologica che ha messo in cascina e usa per
insegnarsi, con denominazioni, se non proprio metodologie, sempre più
articolate – da intendersi affinate, ma allora con scarsi esiti. Perfino lo studio
e la catalogazione delle forme patologiche sono ferme. La ricerca sulla materia
densa fa pochi passi, benché assorba risorse multimiliardarie, quelle sulla
mente segnano il passo.
Fra
i pochi sviluppi l’unico degno di nota è l’abolizione del diabolico, dalle
streghe ai vampiri. Ancora per tutto l’Ottocento in America in molte famiglie
si dissotterravano i morti, dopo la sepoltura, per prevenire malattie in famiglia
di origine vampiresca. Nell’America del Nord, anglosassone, del New England e fino
a Chicago.
Postpolitica – Approdata a
Berlusconi, Grillo e Trump, nella generica accezione di populismo, inteso come
un misto di demagogia e illusorietà, è invece la politica del leaderismo. Della
personalizzazione-spersonalizzazione della politica. Di un movimento “a
rientrare” - egocentrico, di potere qui e subito - della politica, invece che a
espandersi e diffondersi come è nella sua natura e nel suo nome, sociale,
programmatica, diffusiva. Cinquecento passaggi di “partito” in una legislatura,
che coinvolgono la metà dell’intero Parlamento, ne dice il senso: velleitario,
umorale – quando non è corrotto. A essi fa riscontro l’astensione,
l’indisponibilità a suffragar e questa involuzione col voto. Non un movimento
politico contrario ma il ritiro in se stessi, nel rifiuto o l’indifferenza.
Uno
squagliamento a cui fa da contrappeso la parte meno politica, aristotelicamente,
delle istituzioni, l’apparato repressivo: giudici, polizie, servizi
d’informazione\disinformazione. Il braccio violento della legge, esteso agli
apparati mediatici – apparati e non organi: congegni di risonanza e non
soggetti di comprensione e apprendimento. L’opinione pubblica irretendo in un reticolo
di denunce che è di fatto una prigione
aperta inevadibile. Un effetto di sostituzione senza fine. CChe diventa
mostruoso – come tutto negli Usa – ora attorno a Trump. Ma in dosi non poi
tanto mitridatiche egemonico in Italia da un quarto di secolo. Polizie, servizi
segreti, giudici e media mescolati nello scandalo costante che sovverte senza
fine la vita politica e associativa – uno scandalo divisivo e indebolente invece
che regolatore, ricostituente.
L’effetto
complessivo è l’annullamento della funzione politica, la società e il mondo
lasciando in balia del “mercato”, del gioco degli interessi individuali, sempre
eversivi e distruttivi, dell’homo homini
lupus. Contro i quali la politica era sorta per porre un argine e un
rimedio. La società per la prima volta lasciando senza protezione, di re,
principe, gilde, assemblee. La surroga delle istituzioni, o apparato
repressivo, estendendo invece che riparando questa dissoluzione, col segreto, e
con la violenza
Punto di vista –
“Fa” il racconto, la rappresentazione. Sherlock Holmes lo sapeva, nell’“Enigma
di Thor Bridge”: “Un volta che si cambia punto di vista, proprio ciò che era
stato così incriminante diventa un indizio della verità”.
Social – Nessuna fantascienza
li ha profetizzati, e invece sono qui, reali, ingombranti, impositivi. Lo
stesso internet è già fantascienza impensabile: il collegamento etereo,
immediato, era nell’immaginazione, ma google no, la ricerca automatica e la
memoria (la nuvola, l’archiviazione).
zeulig@antiit.eu
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