Caso – È l’effetto
del corpo, della parte materiale della costituzione umana. L’errore,
l’imprevisto, il sorprendente lo sono per la ragione, per la parte psichica
della costituzione: ordinata, ordinabile. Ma sono anch’essi un effetto, di
agenti che la razionalità non regola, non padroneggia.
Comprensione - Va in ordine e
misura inversi alla – con la – conoscenza. Nel senso di compassione,
accettazione. È così di fatto. Nella coppia. Con gli animali domestici, dei
quali si accetta ogni capriccio a motivo della relativa incomunicabilità,
rispetto agli infanti. Negli affari pubblici, dove (quando) la presunzione
d’innocenza fa aggio.
Coscienza – Porta Rousseau
al lirismo, “Lettere morali”, finale della Lettera 5, in un eccesso di
solitudine che sconfina senza più finzioni nell’orgoglio: “Coscienza, coscienza,
istinto divino, voce immortale e celeste, guida sicura d’un essere ignorante e
limitato ma intelligente e libero, giudice infallibile del bene e del male,
sublime emanazione della sostanza eterna, che rendi l’uomo simile agli dei; sei
tu sola che fai l’eccellenza della mia natura.
“Senza
di te non sento niente in me che mi elevi al di sopra delle bestie, che il
triste privilegio di sperdermi di errore in errore spinto da un giudizio senza
regola e da una ragione senza principio”.
La
coscienza come un istinto. Personalizzato – non fisiologico, o di specie. Anche
se riflesso, non automatico come nell’animale.
Dio – La storia
ondivaga del divino Rilke sintetizza, “Storie del buon Dio”, in tre tappe,
circolari. La vecchia fede, che spalancava le braccia - Dio, “e Dio si gettava
dentro tutti quegli abissi ricolmi di tenebra e d’umiltà”. Poi “una nuova fede
si diffuse per il mondo”, un nuovo Dio. Che volle essere pregato con le mani giunte. “E il gesto delle braccia spalancate
divenne allora spregevole e tremendo, e più tardi lo fissarono sulla croce per
mostrarlo a tutti come simbolo di dolore e di morte”. Infine, con le mani giunte, “migliaia e migliaia di
chiese gotiche” furono costruite, irte di guglie , “rigide e aguzze, come armi
nemiche” che lo costrinsero ad allontanarsi sempre più in su, fino alle
tenebre, che lo accolsero “in silenzio”, una “penombra, che gli ricordava i
cuori degli uomini”. È qui che fa la scoperta “che le loro teste sono chiare, i
loro cuori colmi, invece, di oscurità”. Proseguendo il cammino, il cerchio
andrà a chiudersi – “non v’è sapienza più perfetta del cerchio”: “Dio che ci è sfuggito per i cieli tornerà a
noi dalla terra, con le fradici e l’erba fresca”.
Dio
è nelle narrazioni, anche lui. Le religioni sono rappresentazioni: riti,
procedure, formule, significato spesso
stratificato, attorno a un nucleo centrale che è una storia. Lo storytelling di Dio è abusivo, ma,
seppure in forme sacrali, il procedimento è quello.
Fascino – È ceduo.
In relazione al contesto. Immaginario.
Autosuggestivo: concresce con se stessi. Misia Sert, giovane amica di cortigiane
importanti, poi musa e ispiratrice di mezzo bel mondo artistico e letterario (
Proust, Cocteau, Chanel, Picasso) sulle sole virtù del “detto”, della
suggestione.
Globalizzazione – Non è più un
diritto di libertà, contro le discriminazioni commerciali, e quindi nazionali e
sociali, ma un attacco al cristianesimo. Cristiano s’intende non il missionario
col latinorum – mai peraltro squalificato dagli stessi indignati, specie se aveva
buone mani, in grado di fare, con la siringa o la cazzuola – ma il diritto
costituzionale. I diritti umani e civili. Dopo l’attacco deliberato dell’islam,
terrorista o pacifico (finanziario, demografico, legale) che si presenti, passa
all’attacco l’induismo. Attribuendo al cristianesimo coloniale il sistema delle
caste. Per negarlo, caratteristicamente: le caste le ha inventata l’Occidente
coloniale cristiano. Anche se sono reali, codificate secondo il diritto comune,
operanti. E presenti nella costituzione indiana per censurarle e condannarle, provvedendo
ai diritti di garanzia per le minoranze - quella costituzione è “cristiana”,
quindi coloniale, quindi ingiusta. La Cina che perseguita una sola religione,
la cristiana, lo fa a motivo delle implicazioni nei diritti soggettivi che essa
si trascina.
Induzione – Come metodo conoscitivo è inservibile:
ogni induzione (deduzione) è pretestuosa. Vale come sguardo sul mondo. E anche
quello con limiti: storici, sociali, tribali, anche caratteriali.
Morte – È stagionale,
periodica. A volte assente, a volte impregnante. Ma senza ragione apparente. Nella
poesia e filosofia latina viene con la decadenza, dopo l’ottimismo creativo
augusteo. Lo stesso in Italia: il secondo Novecento – il più ricco della storia
e il solo non funestato da guerre e epidemie - ne è pregno, per temi e motivi
ideologici, che si perpetua nel Millennio per la catene della globalizzzazione.
A fronte di un lungo Rinascimento, indenne
alle disgrazie quasi quotidiane, di violenze, guerre, carestie, epidemie, dove
la gara è stata a cantare la vita.
Occidente – Beh, il
nome dice tutto: è il tramonto, La fine delle cose. La morte (vi) si vive
rifiutandosi di morire, un altro giorno. Vive in suspense.
Opinione
pubblica –
È segreta. La migliore opinione pubblica, quella dei grandi media che fanno l’opinione,
la più informata, e informativa. Come in Italia negli anni 1970, tra golpe e
terrorismo. I grandi settimanali pubblicavano a settimane alterne notizie e rapporti
circostanziati, di chiara origine spionistica, per “tenere alta la guardia”. Succede
ora negli Usa: il migliore fronte anti-Trump, il più informativo se non considerato,
è quello dei servizi di polizia e di informazione. Gli stessi che indirizzarono
Obama verso una nuova guerra fredda contro la Russia. Mentre il grande mondo
gira altrove, nel Pacifico e nell’Oceano Indiano. Una sorta di informazione di
retroguardia. Ma che fa il gioco del vecchio complesso militare-industriale. Ed
ha l’effetto di tenere l’Europa sotto scacco anche a guerra fredda finita da un
pezzo, incerta, debole.
Stupidità – Non governa
il mondo, il mondo è dei furbi? Ma li facilita. Il web ne è il reagente: non c’è
scemenza (bufala), per quanto artefatta, che non convinca.
Uomo – Democrito
ride, Eraclito piange, nel dipinto immaginario descritto da Marsilio Ficino, di
cui Bramamte ha fatto i tema dell’affresco di casa Panigarola a Milano, ora a
Brera. Dell’umanità.
zeulig@antiit.eu
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