Calimani, ingegnere, storico dell’ebraismo in
Italia, specie a Venezia, concentra l’attenzione sull’Otto-Novecento della
comunità ebraica di Roma. Segnati da una caduta delle interdizioni nella prima
metà del secolo, per effetto della rivoluzione francese, di Bonaparte, dei movimenti
libertari, fino alla Repubblica Romana. Dopodiché la chiesa, “sconfitta ma non
rassegnata” come dice il risvolto, rilancia un crescendo di propaganda
antigiudaica. Comprese le accuse di deicidio e di omicidio rituale. Fornendo,
insiste lo scrittore, argomenti e appoggi ai pogrom, e all’antisemitismo
peggiore. Se non che: come dire che il Vaticano appoggiò la legislazione
antisemita di Mussolini?
Una ricostruzione piena di cose, molto
particolareggiata. Il repertorio dei nomi prende venti pagine su due colonne - con la lista dei 1.022 deportati del 16 settembre a Roma. D’impianto però vetero anticlericale, più che da storico
dell’ebraismo. Che non solo deforma il ruolo della chiesa nell’antisemitismo moderno
e contempor aneo, ma lascia fuori buona parte della stessa storia ebraica. Gli
ultimi due secoli sono stati densi di cambiamenti, tanto più avvertibili in
quanto la comunità era addormentata. Una comunità che ha avuto alti e bassi, ma
sempre di ebrei del papa.
Opporre gli ebrei di Roma al papa non ha senso.
In
nessun altro posto al mondo, come si sa, la predenza ebraica vanta una
permanenza continua così lunga, ventuno secoli ormai. Così del resto in tutta Italia, il paese più legato nelle
determinazioni pratiche e politiche, al Vaticano, uno dei soggetti di maggio peso
degli equilibri nazionali. alle sue determinazioni. Fino al Cinquecento l’Italia
ospitò un quinto e forse un quarto di tutta la popolazione ebraica. Con
presenze importanti, oltre che a Roma e negli Stati pontifici fino a Ancona, a
Venezia, Mantova, Ferrara, Livorno. E ne ha perpetuato la memoria, se la metà
dei manoscritti in copia alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemmee – come scrive
Giulio Busi ieri sul “Sole 24 Ore” – è stata scritta o ricopiata, conservata in
Italia.
Molta
storia purtroppo viene fatta retrospettivamente, guardando all’indietro con l’ottica
delle leggi razziali del 1938. Italiani furono infine in Puglia i porti non tanto
clandestini di imbarco per la Palestina, già dal 1943, malgrado il no
britannico.
Riccardo
Calimani, Storia degli ebrei di Roma,
Mondadori, pp. 811, ril.€ 35
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