lunedì 7 agosto 2017

Gli ebrei del papa

Calimani, ingegnere, storico dell’ebraismo in Italia, specie a Venezia, concentra l’attenzione sull’Otto-Novecento della comunità ebraica di Roma. Segnati da una caduta delle interdizioni nella prima metà del secolo, per effetto della rivoluzione francese, di Bonaparte, dei movimenti libertari, fino alla Repubblica Romana. Dopodiché la chiesa, “sconfitta ma non rassegnata” come dice il risvolto, rilancia un crescendo di propaganda antigiudaica. Comprese le accuse di deicidio e di omicidio rituale. Fornendo, insiste lo scrittore, argomenti e appoggi ai pogrom, e all’antisemitismo peggiore. Se non che: come dire che il Vaticano appoggiò la legislazione antisemita di Mussolini?   
Una ricostruzione piena di cose, molto particolareggiata. Il repertorio dei nomi prende venti pagine su due colonne - con la lista dei 1.022 deportati del 16 settembre a Roma. D’impianto però vetero anticlericale, più che da storico dell’ebraismo. Che non solo deforma il ruolo della chiesa nell’antisemitismo moderno e contempor aneo, ma lascia fuori buona parte della stessa storia ebraica. Gli ultimi due secoli sono stati densi di cambiamenti, tanto più avvertibili in quanto la comunità era addormentata. Una comunità che ha avuto alti e bassi, ma sempre di ebrei del papa.
Opporre gli ebrei di Roma al papa non ha senso. In nessun altro posto al mondo, come si sa, la predenza ebraica vanta una permanenza continua così lunga, ventuno secoli ormai. Così del resto  in tutta Italia, il paese più legato nelle determinazioni pratiche e politiche, al Vaticano, uno dei soggetti di maggio peso degli equilibri nazionali. alle sue determinazioni. Fino al Cinquecento l’Italia ospitò un quinto e forse un quarto di tutta la popolazione ebraica. Con presenze importanti, oltre che a Roma e negli Stati pontifici fino a Ancona, a Venezia, Mantova, Ferrara, Livorno. E ne ha perpetuato la memoria, se la metà dei manoscritti in copia alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemmee – come scrive Giulio Busi ieri sul “Sole 24 Ore” – è stata scritta o ricopiata, conservata in Italia.
Molta storia purtroppo viene fatta retrospettivamente, guardando all’indietro con l’ottica delle leggi razziali del 1938. Italiani furono infine in Puglia i porti non tanto clandestini di imbarco per la Palestina, già dal 1943, malgrado il no britannico.

Riccardo Calimani, Storia degli ebrei di Roma, Mondadori, pp. 811, ril.€ 35

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