domenica 20 agosto 2017

Il gesuita impolitico al tempo della Lega

Il cardinale di Milano e il vescovo calabrese discutono venticinque anni fa con Nunnari, giornalista calabrese, del ritardo del Sud. Martini ne trova le ragioni, non avendo una conoscenza diretta del Sud,  nella chiave socioeconomica allora dominante, dello sviluppo “dipendente” e non autonomo. Senza tenere conto delle specificità locali: i modelli imposti “non hanno tenuto conto della storia, dell’identità culturale, dei valori propri della gente del Sud, ma sono stati imposti dal di fuori, second logiche ed esigenze decise altrove”.
Venticinque anni fa Milano era sotto il segno della Lega, che ne ammorberà la storia successiva. Il libro-intervista dice più di Martini, benché non detto, che del Sud e della questione meridionale da “riconciliare”.
Il libro, che la collana delle opere avviata dal “Corriere della sera” ha espunto, dice in realtà il pensiero del cardinale di Milano contro la Lega. Ma sommesso. Il prelato della accoglienza non fu altrettanto loquace al tempo del leghismo trionfante - per Realmonte?  Un no indiretto, sussurrato, mentre Martini era solitamente netto, ma in materia biblica e agiografica, non politica.
Il cardinale era un gesuita che non amava la politica, e ha governato Milano nella svolta particolaristica e quasi razzista da alieno: biblista biblico, millenaristico, esoterico,
Giuseppe Agostino-Carlo Maria Martini (a cura di DomenicoNunnari), Nord Sud. L’Italia da riconciliare
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