Un inedito di tanto autore non può che sorprendere. Ma
più sorprende un senso di povertà o angustia, di tanta violenza per nulla. Di
fronte alla criminalità di oggi globalizzata: miliardaria, anonima.
Questa è una storia di
magnaccia. Uccidono anche con le mani. Non abbastanza per fare un noir oggi. La – sardonica?
involontaria? – parodia di uno dei cardini del mercato lo riscatta in
parte: il cattivo è da manuale di economia. Una figura schumpeteriana, un
magnaccia monopolista: vuole il monopolio dei bordelli per potere poi fare i
prezzi, e a questo scopo riduce l’offerta. La scarsità crea a suo modo,
eliminando col vetriolo le ragazze di strada. Ma non è che i monopolisti veri
battano strade serafiche.
È scorretto, è la sola novità: i
cattivi sono “una negra” e “un negro”, le puttane fanno le puttane, i
killer sono rifiuti, anche fisici. O allora la sorpresa è di come è cambiata
non la criminalità ma la percezione della criminalità. Della criminalità
criminale di una volta rispetto a quella glamour di oggi,
eroicizzata.
Un’altra sorpresa è che, in tanta mediocrità, qui c’è
ancora il sesso. Che invece è scomparso dalla globalizzazione in genere, non
solo da quella criminale, dove solo i soldi eccitano. Con periodiche scene
di sadismo, come in ogni storia inglese – qui anche per mano femminile.
James Hadley Chase, La tratta delle bianche,
Giallo Mondadori, pp. 203 € 6,50
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