Gioia Tauro chiusa, senza preavviso, alle 14, a Nord, a Sud,
a Est, a Ovest. Traffico deviato, venendo dall’entroterra, di cui Gioia Tauro è
il centro, commerciale, bancario e ferroviario, su una strada sterrata, con
buche di almeno quattro o cinque inverni, che le cartacce non riescono a
colmare per autoarticolati e motorini ugualmente, senza indicazione di direzione.
Si procede incolonnati, un metro al minuto, sperando che il viottolo a un certo
punto conduca alla stazione - i biglietti ad agosto in ferrovia sono scarsi e cari.
Raggiunto in qualche modo la stazione, c’è poi sa espletare
il resto delle attività che uno si è riservato una volta a Gioia Tauro, in banca,
all’assicurazione, dai fornitori. Ma non ce n’è la possibilità. A meno di non fare tutto a piedi, che non è
possibile: la chiusura andrà avanti fino a sera.
Si vaga con un peso nel cuore, perché non si sa cosa sarà
successo: un attentato? della mafia, dell’Is? una tragedia della strada? sarà saltata
una cisterna, una polveriera. E non c’è verso di sapere. I vigili urbani sono in
divisa da cerimonia, si tengono lontani dalla polvere, ingannano il tempo sul
cellulare. Gli ausiliari del traffico, ai qual è demandata la cura della
deviazione, sono due, in età, visibilmente esausti, un’ora dopo la chiusura. Fa
infatti 34° gradi, 38 percepiti.
Si lascia infine la macchina e si decide di fare il
fattibile a piedi. Ma sempre senza sapere niente. Agenti e negozianti sono furiosi
per la mezza giornata persa, e rispondono con parolacce. I più per la verità
non sanno nemmeno che la cittadina è chiusa. Non resta che digitare Gioia
Tauro. E google dà la risposta: oggi il ministro dell’Interno Minniti, il comandante
generale dell’Arma dei Carabinieri, e le massime Autorità Civili, Religiose e
Militari della Provincia di Reggio Calabria presenzieranno alla “cerimonia di
elevazione e inaugurazione del Gruppo Carabinieri”. Gruppo come doppio o triplo
di Compagnia. La cerimonia doveva essere alle 15, ma si sa come vanno queste
cose. C’era la fanfara. C’erano le medaglie al valore civile. C’erano le vedove
dei Carabinieri morti in servizio. E quindi la città si chiude: questo è lo
Stato.
Minniti, che è un buon ministro, presenzia alla elevazione in quanto
ministro dell’Interno e calabrese eminente. Forse non si ricandida?
Gioia
Tauro è infatti ben presidiata. Ogni diciotto-ventiquattro mesi il Comune viene
commissariato per mafia, dopodiché per altrettanti mesi, fino alla prossima
ineludibile elezione popolare, per altrettanti mesi viene dìretto da commissari
prefettizi. Quella di commissario al Comune di Gioia Tauro è un carriera, alla
prefettura di Reggio Calabria. Un posto di potere anche assoluto. Di non
passare l’asfalto nemmeno dopo dieci anni, nemmeno dopo venti. Di non far pulire
le strade nemmeno una volta l’anno.
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