Il capolavoro del Millennio è
una storia al frullatore. Di pochi ingredient, stagionati: una copia della
Lisbeth del “Milennium” propriamente detto, di Stieg Larsson, una colonia di
nazisti nascosti in Spagna, un paio di cacciatore di nazisti, un po’ di vecchi
all’ospizio, nazisti e cacciatori ormai vanno per i novanta, un po’ di
voyeurismo, poco, e niente da fare, per i personaggi come per il lettore.
Servita con la tecnica del fogliettone: ogni poche pagine una sospensione, alla
prossima puntata. Sconclusionata: è una corsa insistita, ma a nessun traguardo,
come un agitarsi in surplace. Tutto
si lascia fare, in questo senso il romanzo è d’autore Una storia di testa, quasi progettuale: Clara
Sánchez è scrittrice prolifica, ma questo suo “Profumo” ha l’aria di
confezionato. Non bene, alla rinfusa.
La sospensione sembra quella
di una riunione redazionale, o di sceneggiatura. Il romanzo si svolge come un trattamentone cinematografico:
un’accolta di materiali, ogni sceneggiatore aggiungendovi una scena, un paio di
pagine. Che però non si può liquidare: è record di vendite in Spagna e in mezza
Europa, fregiata di almeno tre premi importanti: il Planeta (che però è anche
l’editore), l’Alfaguara, che non sappiamo cosa sia, e il Nadal, “uno dei
riconoscimenti letterari spagnoli più prestigiosi”. Quest’ultimo assegnato
prima ancora che il libro uscisse, per la promozione in libreria. Con qualche
errore: la storia promette truculenza, ma le due possibili vittime sono i
narranti, e quindi la suspense si sa
che corre sul nulla. E come sempre nel fogliettone assemblato nessuna pagina è
indispensabile, si può saltare.
Alla fine ha tutta l’aria di
una beffa: di destra contro le retoriche della sinistra. La suspense, costruita sui nazisti
nascosti.in Spagna, si rivela a doppio senso, un anti-climax: i guardiani e
aguzzini di Mauthausen, benché non pentiti e spendaccioni (forse di laute
pensioni tedesche?), non sono cattivi, e nemmeno antipatici. Più che altro sono
coglionastri. Fanno feste in costume, come piace ai tedeschi, e guardano le
partite alla tv. Alcuni si fanno fregare dall’elisir di lunga vita – che naturalmente
è rumeno, come cinquant’anni prima il famoso Gerovital della dottoressa Aslan.
Altri si rinchiudono all’ospizio, seppure con le mazze da golf. Il repubblicano spagnolo ex internato a Mauthausen si fa invaghito dalla direttrice della casa di riposo ma è vecchio e cardiopatici, e non può farle il servizio completo..m
Si può anche dire che il
romanzo ritorna alle origini, nel Seicento. Quando le avventure andavano avanti
senza senso, solo per farsi leggere una pagina dopo l’altra. Senza spessore, di
storie o personaggi memorabili.
Clara Sánchez, Il profumo delle foglie di limone,
Corriere della sera-Oggi, pp. 356 € 7.90
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