Una
delegazione va a incontrare Barzani, il capo tribù indipendentista dei Curdi
iracheni, con la promessa di un sostegno militare e diplomatico di Israele a un
Curdistan unito, curdo e siriano, e forse anche iraniano e turco. Ai progetti
comuque di indipendenza dei curdi. I quali sono il primo dei tanti nemici del
leader turco Erdogan. Con il quale Israele professa solida amicizia, e anzi una alleanza di fatto contro l’islam sciita – dominante alla froniera Nord di
Israele..
Israele
si rituffa in Medio Oriente con una politica levantina. Lo stesso tra i due
blocchi. Contrario all’accordo con l’Iran per il nucleare, il governo
israeliano esibisce da qualche tempo una sorta di rottura dei rapporti, da
semrpe privilegiati, con gli Usa. Da ultimo il suo primo ministro è stato a
Mosca a trattare la soluzione siriana con Putin. Quella sirana e anche quella
iraniana: a Putin, alla cui reputazione internazionale Israele può dare un
forte contributo, chiede la fine dell’antisionismo iraniano, attraverso gli
Hezbollah, il movimento sciita già terrorista localizzato in Libano e in Siria.
C’è
per ora curiosità nelle cacellerie europee sulla politica mediorientale del governo
israeliano. Ma con qualche preoccupazione. Una politica mediorientale di
Israele è sempre stata giudicata necessaria, prima o poi. Ma in integrazione
con l’Occidente. Il cammino intrapreso sa più di percorso sotitutivo.
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