Da
zero a negativa la produttività e l’efficienza delle banche nella
ristrutturazione. Il passaggio di molte funzioni agli automatismi internet,
alla banca fai-da-te, e le fusioni e incorporazioni in corso mirate a
rafforzare il patrimonio e contenere-cancellare le deboleze, hanno introdotto
uno stato di incertezza e di stallo invece che di efficienza.
I
saloni faraonici svuotati presentano impiegati più che altro incerti, come se
all’improvviso fossero diventati incapaci. Il poco personale residuo, che si immaginerebbe
più produttivo si mostra incapace di tutto, anche solo di una scrittura
contabile, per non dire della sottoscrizione-liquidazione di un fondo, o dell’istruzione
di un mutuo.
Un
‘attività improvvisamente lenta, lentissma. Soggetta peraltro a nuove regole
che non sveltiscono e non migliorfano la valutazione del credito. Grandi e piccole,
sane e malate, in qualsiasi banca ci si avventuri sembrano tutte più che altro
frastornate, lentissime, incapaci. E per tanto niente ancora overstaffed, malgrado gli stati di
crisi, i licenziamenti, i prepensionamenti.
Si
enfatizza il ruolo bancocentrico della politica, ma allora soprattutto per l’inefficienza.
Disperante. Inimmaginabile se non fosse reale..
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