Più le Ong si dissociano dai regolamenti
su imbarchi e salvataggi degli immigrati, e anzi si fermano, più gli imbarchi “clandestini”
in Libia diminuiscono.
Non è così, ma è vero che il business
funziona come un “chiama-rispondi”: datemi immigrati, li salverò – non tutti,
certo, il business è rischioso, per i migranti.
Tre ong pro immigranti lasciano
il Canale di Sicilia, abbandonano anche il semplice pattugliamento: non c’è più
abbastanza business? Sarebbe un fatto grave per delle organizzazioni
umanitarie.
“Nel 2008 il sistema bancario in
Germania, Francia, Regno Unito era fallito. E proprio per quello che gli
interventi pubblici furono istantanei”, Giulio Tremonti ricorda con Mario Sensini
sul”Corriere della sera”. Poi, invece, l’ex ministro del Tesoro non lo dice,
per non dare 30 miliardi – a fronte
dei 3.000 dei salvataggi – per tenere a galla la Grecia, si preferì mettere in
crisi l’Italia e mezza Ue. C’è del marcio in Europa.
Di Maio riesce a non dire nulla a
“la Repubblica”, su qualsiasi argomento: immigrazione, abusivismo edilizio, fascismo,
Raggi. Se non cose del tipo: “Pertini è il mio personale modello di riferimento”.
Una pagina. Senza l’aureola, è vero.
Il generale Haftar candido non si
nasconde. “Ho mandato il conto a Macron”, confida a Lorenzo Cremonesi sul
“Corriere della sera”: venti miliardi di dollari. La Libia costa caro.
Andreas Georgiou, l’ex capo
dell’Istat greco che pubblicò nel 2010 le vere cifre del debito, è stato
condannato a Atene per aver agito da solo, senza portare i suoi calcoli al consiglio
dell’Istituto. La condanna è inaccettabile – un po’ come quella dell’Aquila,
dei geologi che non avevano previsto il
terremoto. Ma Georgiou si è difeso invocando il “principio di indipendenza nazionale: in
Europa non mettiamo al voto i risultati statistici”. E questo è disonesto. In Europa,
come è noto, non ci fu inflazione, gli statistici non la rilevarono, quando i prezzi
con l’euro semplicemente raddoppiarono. Né quando la benzina salì a due euro,
quasi, al litro.
“Oltre” 100 militari golpisti –
generali, colonnelli – di tutto il mondo formati nelle accademie americane
censisce il Pentagono. Come titolo di merito?
Il sindaco di Viareggio si
diverte sui giornali per essere stato cacciato dal ristorante del Club Velico
Versilia, della sua città, in quanto non indossava i pantaloni lunghi d’ordinanza
dopo le 19. Ma si diverte dicendosi “vestito con abiti firmati”, in particolare
con “pantaloncini da 250 euro”. Poi dice che il Pd perde le elezioni – il sindaco
è stato Pd fino a ieri.
Scopre la stampa americana la Russia
quando Mosca minaccia il rimpatrio d 755 “diplomatici” americani – su 1.400. E
solo per l’aspetto: “Quanto male Mosca può farci trattando male le nostre spie?”.
Non su chi o che cosa ci porta a vedere la Russia dappertutto. Questo è un segno
d’isolazionismo, non di potenza mondiale. O di potenza mondiale provinciale.
C’è da rivedere tutto il paradigma
sulla stampa americana. E forse sulla
politica americana: il Russiagate di cui
si scrive ogni giorno, senza dire di che si tratta, e la tranquilla opinione
che gli Stati Uniti possono coprire Mosca di spie, delineano un’altra America.
Nessuno che si chieda se il riarmo contro la Russia, che Obama voleva perfino
nucleare, non sia una campagna affaristica del complesso militare-industriale.
Si diffonde la raccolta differenziata
dei rifiuti, ma per l’“umido” succede di avere nelle zone rurali i
raccoglitori-sacchetti minuscoli in uso in città, che i soli rifiuti di una lattuga
riempiono. In Italia la ruralità è robusta, ma senza cittadinanza.
Nessun commento:
Posta un commento