Alcuni aspetti della nevrosi
italiana sugli immigrati vengono chiariti. Più della metà degli immigrati si
dichiara cristiano, il 53,8 per cento – i mussulmani sono il 32,2. Secondo dati
affidabili, quelli del Dossier Statistico Immigrazione 2016 dell’Idos, l’Istituto
creato da ex funzionari della Caritas. Gli immigrati sono molti, ma non
moltisimi: più che in Francia in rapporto alla popolazione, l’8,3 per cento
rispeto al 6,6. Ma meno che in Germania, dove son il 9,3 per cento,
Un dossier volutamente di
decompressione, contro le paure. Ma qualche dato andava evidenziato in diversa
prospettiva. L’immigrazione forse non è esagerata, non come in Germania, ma in Italia
è nuova. Una novità totale, degli ultimi trent’anni. A differenza della Germania,
che nel dopoguera ha sempre convissuto con forti immigrazioni, dall’italia e la
penisola berica prima, poi dalla Jusgoslavia, poi dall’Est. O della Francia,
che per centocinqut’anni, nel suo lungo inverno demografico, è stata terra di asilo,
e ha nazionalizzato molte generazioni di italiani, iberici, maghrebibi, caraibici,
africani.
Di più, questa immigrazione è
molto visibile. Nel Centro Europa, Italia inclusa, la quota di occupati immigrati
è cresciuta negli ultimi venti anni al 13,5 pe cento. Circa 15 milioni. Di cui
il 41 per cenno ai lavori domestici, e il 33,5 nella ristorazione e il commercio
al dettaglio.
L’altro aspetto è il
disordine. L’afflusso disordinato, ma in un evidente mercato di uomini. Che è
carissimo. Per i migranti in termini di perdite umane, spaventose, da guerra. E
per l’Italia in termini di costo e organizzazione. Nel 2016 l’Italia ha speso
per il soccorso in mare, per l’accoglienza, e per l’accertamento delle identità
3,6 miliardi di euro (di cui la Ue ha rimborsato solo 600, scarsi). Nel 2017
spenderà 4,2 miliardi.
Un aspetto collaterale è
l’intensificazione dell’immigrazione, atificiosa – non giustificata da eventi
straordianri: carestie, siccità, guerre. I dati che gli autori espongono nel
libro sono già modificati. La Germania oggi, con dieci milioni di immigrati. ne
ha due in più rispetto al dato censito dagli studiosi.
Ma. forse, il fatto he più
incide sulle paure è un altro. C’è un’accelerazione, che non può che sottendere
un’organizzazione, per quanto lasca e inafferrabile – come tutte le
organzzazioni criminali. E c’è disordine: nessuna politica di accoglienza è in
grado di assorbire un milione di immigrati l’anno, anhe solo per assicurare la
sopravvivenza: cure, alloggio, cibo - la cancelliera Merkel vi si è impegnata
ma in senso antifrastico, per contrare la spinta sciovinista montante, poi se ne
è dimenticata.
Chiara Longo Bifano-Stefano
Natoli, Passaggi migranti,
Castelvecchi, pp. 185 € 16,50
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