venerdì 29 settembre 2017

Crolli il mondo, non ve lo diciamo

Non sappiamo nulla della Catalogna, della Spagna, di chi è in campo e cose vuole. Di cosa può succedere dopodomani: forse niente forse una tragedia. Angela Merkel ha perso le elezioni, disastrosamente, e noi sappiamo che le ha vinte. Del partito che le ha vinte, Afd, si dice che è nazista, mentre non lo è. Il governo costringe Fincantieri a prendersi i cantieri francesi a mezzadria, dopo che li ha pagati per intero, con danno patrimoniale presente e futuro – non si gestisce un’azienda a mezzadria, col potere politico poi. E restiamo sempre in attesa di sapere chi è Trump – questo, per la verità, non lo sanno neanche i media americani, o non lo dicono: Trump è solo l’Odiato Nemico, come in Italia fu Berlusconi (ma anche lui per vent’anni?)
Inutile andare per versanti più sottili. La  partita a tre in Corea del Nord, tra Usa, Cina e Giappone. Anzi a quattro, c’è anche la Corea del Sud. O l’assestamento in Siria. O quello in Libia, che c’è già stato, ma i nostri giornali hanno scoperto il mestatore Haftar, un Capitan Fracassa, generale senza truppe, che è buono perché lo sostiene la Francia.
C’è un strana afasia nell’informazone sui fatti internazionali che più ci riguardano. Merkel ha perso il 20 per cento dei suoi elettori, per una politica di basse e bassissime retribuzioni che dopo dieci anni è diventata insopportabile. Ed è sotto accusa da entrambi i suoi partiti: la Cdu ha perso 73 seggi, la Csu (la Dc bavarese) 11. Per continuare a governare avrebbe ora bisogno di due partiti tra loro antitetici, i Verdi e i Liberali, destra dura. Ma di questo non si dice nulla.
Sui cantieri francesi, dopo aver minacciato fuoco e fiamme contro l’arroganza di Macron, e dopo aver comprato la maggioranza dei cantienti navali fracesi, peraltro a un’asta fallimentare, Fincantieri si accontenta del 50 per cento, obbligata dal governo. Gentiloni contento, Calenda contento, Padoan pure. I tre sono peraltro impegnati a vedese se e come la francese Vivendi controlla Tim. Dopo che ha nominato il consiglio d’amministrazione, ha cacciato l’amministratore delegato, e ne ha nominato uno nuovo. Che è nato “imparato”: ha deciso il futuro del gruppo prima ancora di entrarci dentro. Ma facciamo finta di no.
Sarebbe anche materia intrigante. Chi è Macron e chi sono questi ministri, che interessi hanno in comune? Sembrano personaggi dei pupi, ma nessuno ce lo dice.
È omertà? È superficialità? È ignoranza? La politica estera non è mai stato il forte dei nostri giornali. Ma c’era sempre qualcuno che se ne intendeva. Adesso se ne è perso anche l’aroma

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