Un horror quotidiano, alla
Patricia Highsmith. Raccontato dal di dentro, senza distanziamento, dai e tra i
personaggi, menre si sviliuppa. Senza inutili sovrapposizioni di detective, o fantasiosi
esploratori. Dopo il rapimento e l’assassinio brutale di una bambina, che
toglie il respire alla prima pagina..
Un horror infine al femminile
– che anc’pesso contribuisce all’ordinarietà del tragico: ce ne sono tanti di
fatto. Vittima una bambina, come è la voga da un quarto di secolo, ma qui non
senza motivo.
È il romanzo d’esordio della
studiosa di letteratura americana - tradotto subito, nello stesso 1991, nei Gialli
Mondadori. Scritto digetto dopo un’illuminazione nel bosco – “mentre portavo a
spasso i mieri cani in un’area boscosa”. Nella tradizione americana dello
scrittore per caso. Lunghetto, anche perché si individua presto il colpevole.
Ma tutto nervosa, concentrato sui personaggi e i fatti, non vi si fa colore,
digressioni,vicende di decantamento parallele. Di linguaggio essenziale
(necessario), alla Margaret Millar più che alla Higgins Clark alla quale si apparenta
– non per i dialoghi, non altrettanto avvincenti (necessari, teatrali), ma la storia
crudele, crudelissima, supplisce. La suspense va dritta al fatto.
Carlene Thompson, Nero come il ricordo, Marcos y Marcos,
pp.335 €13,50
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