sabato 9 settembre 2017

Letture - 315

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Dante – Fu influente anche in Russia. Il prossimo “Dante 2021”, all’appuntamento di Ravenna con le ricorrenze dantesche, ne mette l’influenza sulla cultura russa al centro dei dibattiti. Ma non senza fondamento: Mandel’štam era certamente un dantefilo appassionato. Puškin ne tenne ampio conto.

L’80 per cento del nostro lessico è ancora quello di Dante, calcola Domenico De Martino, fiorentino, dantista a Udine, collaboratore della Crusca. Il significato può essere cambiato ma la formulazione resta quella, recepita dalla lingua. E tuttavia Dante è un “falso Dante”, argomenta ancora il filologo, posto che di Dante non abbiamo niente. Non una riga di suo pugno o da lui firmata. Tutto Dante, comprese le prose, è un lavoro di ricostruzione. Raffinato quanto si vuole ma interminabile.

Detective – È il deus ex machina, si suole dire, il risolutore calato dall’alto. Ma non ne ha la necessità.(ineluttabilità). È stato, è, una derivazione dell’esploratore. Quello che, in mezzo a pericol di ogni genere imprevedibili e in un mondo oscuro fa la luce.. Una figura dell’immaginario ottocentesco – “positivista”: ottimista sulle sorti dell’umanità, in marcia dall’oscurità alla luce. È puro Ottocento, anche se in Italia dilaga col Millennio – dopo tanto innato scetticismo.

Festival – “La Lettura” dedica 17 pagine al Festival della Letteratura di Mantova, con una ventina di proposte. Nessuna delle quali appetibili, neppure a un patito dei libri. È un festival d’avanguardia, che esplora percorsi ignori? No, vuole solo invent(ori)are l’esistente. È vero che al festival la nota dominante sarebbe la malinconia, assicura il settimanale. Ma si mandano ai festival le rimanenze? Non sarebbe meglio una fiera, a pagamento?

Giallo – È il consolatore del millennio? A lungo genere ostico in Italia, per i lettori e per gli autori (quante trattazioni sulla non adattabilità dell’italiano al giallo), è il genere dominante da un paio di decenni, nelle varie denominazioni, thriller, d’ambiente, storico, fantasy, noir, spionistico perfino, d’azione. Occupa gli scaffali più lunghi e più pieni di ogni libreria. Cambiato il gusto della lettura, che si vuole ora rapida, di consumo veloce? È cambiato il contesto, sociale, politico, culturale, e viviamo nella crisi. Il giallo si è detto a lungo il genere della morte, poiché ha bisogno almeno di una morte, attuale o minacciata. Ma non invece l’esorcizzazione della morte, attraverso l’impegno dei viventi, la sagacia dell’inquirente, la giusta punizione? Un panorama ottimistico e non pessimistico: il giallo sarebbe allora consolatore.

Manzoni - Si convertì alla religione cattolica nel 1810, come recitano le biografie? Due anni dopo aver sposato la piissima calvinista Enrichetta Blondel. Dopo gli studi fatti dai padri Somaschi e dai padri Barnabiti.

Pound –  Sarà vendicato dalla  moneta elettronica, bitcoin e cripto valute, in circolazione? Non nel senso che lui proponeva: il “miglior fabbro” Pound passò gli anni migliori della sua vita, i quaranta e i cinquanta, squalificandosi per il resto della sua vita e nella posterità, dietro teorie monetarie alternative. Dietro un’esigenza imperiosa di disfarsi del dominio del denaro. Che nella tradizione libertaria americana imputava alle banche centrali – alle banche centrali di un tempo, private – e alla banche in genere, su fino ai signori anonimi di Wall Street. Sotto la dantesca “usura”.
La moneta elettronica piuttosto fa rivivere i fantasmi di Pound, essendo privata, privatissima a tutti gli effetti, e incontrollabile. Ma mostra che un altro assetto monetario è sempre possibile – la teoria economica, e la mentalità, si sono troppo adagiate sui sistemi monetari centralizzati, gestiti da superbanche centrali.
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Suicidio – il 10 settembre è la giornata mondiale di prevenzione contro il suicidio. Quest’anno la giornata viene presentata ricorrendo a un famoso non-suicidio, quello di Baudelaire, pur deciso e consegnato al notaio. Baudelaire a 24 anni si reputava finito e aveva deciso di finirla. Lo spiegò con una lunga lettera a Narcisse Ancelle, che, in difetto,. Del suicidio, è rimasta. Annunciando la sua volontà di lasciare tutto a una signorina Jeanne Lerner, latrice della lettera-testamento suicidaria, di cui poco in seguito si saprà: “Quando Jeanne Lerner vi consegnerà questa lettera, sarò morto”. Il motivo: “Muoio di una terribile inquietudine” e “Mi uccido perché non posso più vivere”. Non peer un dispiacere, d’amore, di soldi, ma per il mal di vivere. Vivrà invece altri 22 anni, male e bene. Narcisse Ancelle era un notaio.
Jeanne Lerner è Jeanne Duval, ballerina e attrice di origine haitiana, busto imponente e scuri boccoli neri nel ritratto di Manet, nonché in alcuni ritratti a penna dello stesso  Baudelaire (e di almeno un foto ritratto sontuoso di Nadar, che ne fu l’amante prima di Baudelaire), soggetto e dedicataria di molte “Fleurs du mal” - in alternanza con madame Sabatier, cortigiana d’alto bordo, “la Présidente” dell’omonimo porno-racconto di Gautier - destinataria di lettere appassionate e compagna a fasi alterne del poeta per altri vent’anni.
La lettera suicidaria è stata battuta all’asta otto anni fa per un prezzo recorddi 225 mila euro, partendo da una base d’asta  a di 30 mila euro – record per una lettera autografa (cinque volte il record precedente per una lettera di Baudelaire)..

Tascabili – Hanno perso la connotazione di libri economici – riedizioni a costi più bassi –  argomenta Giuliano Vigini. Cioè no: hanno perso la connotazione di riedizioni, ora sono la categoria principe, quella con più titoli. Vigini calcola che nei primi sette mesi del 2017 sono stati 8.011 (in aumento sul 2016, quando furono 7.732) i libri nella fascia di prezzo 8-12 euro, e 12.543 (sempre in aumento, nel 2916 erano 11.683) quelli tra i 12 e i 15 euro. Che però sono esattamente il doppio, quanto a prezzo, dei “tascabili” in Francia e negli Usa. Un divario non giustificabile dai costi, neppure dai costi unitari, per copia venduta.

Tv – È femminile? Parlando con Rachele Ferrario della mostra retrospettiva che il Mmoma, Moscow Museum of Modern Arts, le dedica, Giosetta Fioroni ha un “fascino femminile ancestrale della televisione”. Forse è un refuso, ma suggestivo.

Ungaretti – A ottanta anni spasimava per una ventenne brasiliana – una ventiseienne. In tre anni, dal 1966 al 1969, le ha scritto almeno 400 lettere che ora si pubblicano. Presentando la pubblicazione sul “Venerdì di Repubblica”, Marco Cicala insiste sul divario di anni. Ungaretti in effetti ne aveva 78 quando cominciò a scrivere le tempestose lettere a Bruna Bianco. Ma quello che non si dice era che stava praticamente piegato in due. Guardava sempre con quegli occhi vivacissimi, fulminanti, dentro una maschera di viso che era – o lui atteggiava – grifagna, satirica. Ma era piegato dalla cervicale. E forse sordo: parlava urlando – aveva voce sonora malgrado gli anni, ma serpe un tono più del necessario. Era un vecchio-vecchio non uno che aveva ottant’anni.

letterautore@antiit.eu

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