martedì 12 settembre 2017

L'esploratore dell’Italia dialettale

Un ritratto, l’unico disponibile in Italia da mezzo secolo a questa parte, di un linguista cui l’Italia deve molto, e le aree linguistiche greche in italia, nel Salento e in Calabria, moltissimo. Esito della sensibilità di Loredana Rotundo, capostruttura di wikiradio, e delle insistenze, s’immagina, di Patrizia Giancotti, l’antropologa torinese che già aveva celebrato su radio Rai 3 un anno fa l’area grecanica, o Bovesìa - l’isola linguistica e culturale greca alla punta dello stivale, attorno alla colonia magno-greca di Bova.
La Calabria in particolare è indebitata con lo studioso di Tubinga per la sua storia linguistica. Anzi, si può dire, per i suoi fondamentali linguistici: c’è in Calabria un prima e un dopo Rohlfs. A partire dal suo primo saggio, 1924, cattedratico di 32 anni, “Greci e Romani in Sud Italia”, la sua tesi di dottorato. Per Sud Italia intendendosi il Salento e la Calabria meridonale. Dove avanzava la tesi, e la documentava con alcuni costrutti fondamentali e ricorrenti, che le persistenze linguistiche fossero magno-greche e non medievali, bizantine. Di queste parlate curerà poi i dizionari, uno per il Salento e uno per la Calabria. Ma la Calabria gli dovrà man mano lo scavo e il repertorio di tutti i suoi reperti linguistici: vocabolario, nomi, toponimi, soprannomi, etimologie. Bova lo ha celebrato l’anno scorso aprendo un “Museo della lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs”, digitale e fotografico. 
La vulgata vuole che gli interessi filologici di Rohlfs si siano appuntati sul greco di Calabria per aver ascoltato in guerra nel 1916 dei prigionieri italiani che parlavano tra di loro in dialetto. Ma è vero che Rohlfs ha fatto delle ricerche di prima mano, “sul campo”, minuziose e interminabili. Per 62 anni, dal 1921 al 1983, ha regolarmente visitato, anche a piedi o a dorso di mulo, i dialetti italiani. Anche le forme ultraminoritarie, paesane. Con visite periodiche, anche annuali, per annotare le variazioni, e una vasta platea di informatori, da lui sintonizzati sul fatto linguistico e periodicamente aggiornati. Nell’ambito di un progetto di studi sulle “fonti delle lingue romanze”. Di cui è l’esito una monumentale “Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti”, tre grossi tomi, pubblicati tra il 1949 e il 1954 – tradotti quindici anni dopo e subito riposti, senza nemmeno sfogliarli, troppo impegnativi.
Viaggiando ogni anno instancabile, Rohlfs ha dotato le sue ricerche verbali di foto dei luoghi e delle persone, datate, localizzate, nominate, che sono molto suggestive – se non adeguatamente apprezzate dagli studiosi, dato che gli studiosi latitano. Di cui si può avere un assaggio al museo linguistico che Bova gli ha dedicato.
Patrizia Giancotti, Gerhard Rohlfs, wikiradio.rai.it

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