giovedì 19 ottobre 2017

Amore di mamma, con cricket

Tutto sua madre. Contro un padre che – o per questo – annega nei debiti e nell’alcol, anche lui reduce di guerra. Sembra la storia di Pasolini, la mamma anche lei è maestra, ma senza il tragico. Racconti corretti, senza santificazioni né deprecazioni. I primi di una trilogia autobiografica, “Scene di vita di provincia”. Tutti centrati sull’io-lui. Che però non ha emozioni, eccettuata la madre.
Ricordi stinti, da letterato, che lasciano vedere la tessitura. Distaccati, di uno  non coinvolto. Benché parli del Sud Africa attorno al 1950, quando l’aparthed si instaurava, scena si pensa drammatica. Scritti tardi, mentre era in procinto di passare dal Sud Africa all’Austrialia. Dopo una vita nell’insegnanento in America. Apolide anche di fatto.
O forse si leggono male per l’eccesso di selfie in questi venti anni dalla loro pubblicazione. Specie degli autori da bambino - l’infanza piace a Coetzee, l’ultimo romanzo lo ha chiamato, da ateo professo, “L’infanzia di Gesù”, ma forse se l’è dimenticata. Qui poi con molto cricket, altrettanto noioso.
Questa potrebbe essere una chiave, l’infazia noiosa. Una sorta di giustialismo anti-selfie. Ma Coetzee è serio. E così deve essere: si leggono questi ricordi perché l’autore è un Nobel, e firma tutte le buone cause - anche contro il governo australiano ora che si è fatto cittadino australiano, che bisogna fare per vivere, bene.
J.M.Coetzee, Infanzia. Scene di vita di provincia, Einaudi, pp. 169 € 11,36

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