La
bolletta Eni Luce e Gas è lunga otto pagine, a corpo minuscolo, piena di dettagli
oscuri, avventurandosi a legerla. Tamti dettagli per camuffare il fatto, l’aumento
del kWh e del mc? Uno sptco enorme di elaborazione dati, da parte di una società
che soprattutto vuole imporvi la boletta digitale e l’addebito automatico sul
conto corrente. A prova ricorso.
Sono
bollette importate dall’Amerca, dove la prassi avvocatesca di avvolgere di
decine e centinaia di pagine il fatto semplice domina il mercato. Traslato in
Italia da un’azienda pubblica.
Si
paga nella bolletta luce l’affitto del contatore. In quella del gas no. Potenza
delelvecchie società elettriche?
Il
contatore luce è elettronico, per consentire alla aziende fornitrici la lettura
a distanza in automatico dei consumi. Cosa che le utilities non fanno, se nn annualmente – qualcuna semestralmente.
Procedono per consumi a cacolo, naturalmente in eccesso. Di cui c’è solo da
fidarsi, del calcolo e dei conguagli.
Le
bollette di luce e gas evidenziano il costo materia prima. Che si è dimezzato da
quattro o cinque anni. Ma gli utenti continuano a pagare il petrolio (e il gas
equivalente) come prima, col picco delle quotazioni a 100 dollari al barile.
I
contributi e benefici fiscali
ricossciuti dal 2004 alle aziende che risparmiano nei consumi di energia
vengono addebitati in bolletta alle utenze domestiche – Luca Iezzi, “la
Repubblica”, 1 ottobre. “L’ultimo conto segna un miliardo 382 miliardi per
l’anno 2016 (somma in via di riscossione sle blette del 21017), quasi il doppio
dell’anno prima (726 milioni), e per il futuro la corsa rischia di farsi
esponenziale”.
Questi
contrbuti e benefici vengono addebitati sotto la voce oscura “oneri di
sistema”, che per molte bollette sono la voce prncipale.
“Verificando
periodicamente il contatore dell’acqua”, consiglia il presidente dell’Unione
Consumatori, Dona, “potrete accorgervi di eventuali perdite occulte”. Ma i
contatori dei condomini, il 95 perc cento del totale, sono fatti per non essere
leggibili, se non a opera di società specializzate. Le quali non possono rilevare
le “perdite occulte”.
Acea
a Roma prospera sulle “perdite occulte”: fattura un consumo pro capite di acqua
potabile di 245 litri al giorno, una cifra ridicolmente eccessiva per una città
al 90 e più per cento urbanizzata. Senza terreni agricoli, cioè, e con una minuscola
quota di giadini privati, che peraltro per dieci mesi l’anno non si annaffiano
– Roma ha molti parchi ma non li annaffia.
Nell’estate
rovente dell’acqua razionata Acea ha trovato ilmodo di aumentare la tariffa del
5,5 per cento.
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