Una storia inverosimile vera. Di
un mago ebreo, vero nome Herschmann Chaim Steinscheneider, occultista,
telepata, rabdomante, grafologo, chiaroveggente, con studio milionario,
giornalista, editore, che rianima Hitler, nelle sconfitte e il dissesto
finanziario del partito nazista nel 1932. Ne preannuncia il trionfo, prevede
nei dettagli l’incendio del Reichstag, e un mese dopo è ucciso dalla Gestapo
con le SA. Volentieri imbroglione, forse anche ricattatore, o testimone scomodo
– un ebreo alla corte di Hitler.
Un personaggio di cui si è
fantasticato – era uno che volentieri inventava. Werner Herzog ne ha fatto il film nel 2001, “Invincibile”,
il mago raccontando insieme con un altro protagonista del varietà dell’epoca, l’uomo
forzuto Siegmund Breitbart. Ma di lui molto si sa di vero,
e significativo. Un altro refoulé come
Hitler. Piccolo austriaco di provincia, mezzo bastardo, poco amato. Giovane di
molte ambizioni senza mestiere. Caporale in guerra, Hitler sul fronte
occidentale, Hanussen su quello orientale, esperienze non gloriose. Fantasioso
e intrigante. “Riteneva di essere un impostre, e come un impostore agiva, ma
era invece un vero chiaroveggente e possedeva un sessto senso”, è la
conclusione del suo perplesso biografo: non previde la propria fine, “ed è
stato dimostrato che utilizzò metodi di predizione fraudolenti”, ma “in
centinaia di occasioni” seppe ricostruire il passato e predire il futuro “di
perfetti sconosciuti”. Di suo è sempre in commercio un “Manuale di lettura del
pensiero”.
Una vita che è uno squarcio
di un altro mondo, che si fatica a ricostruire. Specie all’ultimo, in una
Berlino che viveva spensierata malgrado la fame e le violenze politiche. Hanussen
vi fu denunciato come ebreo – aveva assunto una falsa identità danese – nel
corso del 1932 con insistenza dai giornali del partito Comunista. E da altri
ebrei - un caso di Selbsthass, l’odio-di-sé
ebraico allora diffuso. Protetto dalle SA, nel mirino di Goebbels. Lusingato ma
anche infastidito di sovvenire a un Hitler non ancora cittadino Tedesco, cupo,
chiuso nel suo albergo a Berlino. Aveva un mezzo progetto di emigrare in
America, con le sue fortune, ma non ci riuscì.
Diffidato dal risiedere in Austria
per almeno dieci anni dopo la guerra, il guitto Steinschneider si era dato un’alra
identità e aveva prosperato in Germania – con incursioni nel Dodecaneso
italiano, in Turchia, e nell’Europa centro-orientale. Chiaroveggente con studio
rinomato a Berlino nel 1932, vi ebbe
lienti Thomas Mann, Alfred Döblin, Peter Lorre, fu portato al teatro con “Il
chiaroveggente”, commedia di successo del drammaturgo espressionista Georg
Kaiser, possedeva un parco macchine di lusso,
uno yacht da trenta metri e un palazzo restaurato, di cui celebrò la
riapertura poco prima della morte come Palazzo dell’Occulto, con un ricevimento
che monopolizzò le cronache mondane.
Si era fatto battezzare, in occasione
dell’ultimo dei tanti matrimoni, ed ebbe sepoltura cattolica. Sua figlia Erika
sposerà un barone italiano, del ramo napoletano della famiglia Winspeare, e sarà
attrice, anche in tv, con piccoli ruoli al cinema accanto a Gina Lollobrigida e
John Wayne.
Mel Gordon, Il mago di Hitler, Oscar, remainders,
pp. 318, il. € 4,90
Nessun commento:
Posta un commento