Giulio Sapelli spiega oggi su formiche.net
a Manola Piras che le auto elettriche fanno male. “Sono una minaccia all’esistenza
stessa del nostro pianeta”? chiede Piras riproponendo il Marchionne di Trento,
alla laurea che vi ha rivevuto. Sapelli si schermisce, “detto da lui fa un po’ rifere,
perché è in conflitto d’interessi”. Ma “non ha tutti i torti”: le auto
eletriche ci minacciano, in due maniere. Moltiplicano il fabbisogno di elettricità,
invece di contenerlo. E cioè ne moltiplicano la produzione, che in grande
misura si fa oggi ancora con fonti di energia fossili, petrolio, gas, carbone. Avverrà
come già avvenne per l’idrogeno, spiega l’economista: fonti di energia fossili.
E pongono già, ma molto di più li porranno a breve, con le nuove megabatterie,
problemi per lo smaltimento. Dei metalli infetti delle batterie, sempe più voluminose
e pesanti. E del litio, che è più infetto e infettivo del mercurio.
L’altro giorno su “la Repubblica” Luca
Iezzi svelava che i contributi diretti e i benefici
fiscali riconosciuti dal 2004 alle aziende che riducono i consumi di energia
per unità di prodotto vengono addebitati in bolletta alle utenze domestiche.
“L’ultimo conto segna un miliardo 382 miliardi per l’anno 2016 (somma in via di
riscossione sulle bollette del 2017), quasi il doppio dell’anno prima (726
milioni), e per il futuro la corsa rischia di farsi esponenziale”.
Molto verde è solo un sinonimo per buoni affari - “lo vogliono verde? famolo verde”.
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