Sono
le 15.30, ora vuotadi un giorno vuoto, martedì. A Roma il calendario del
traffico in centro è fisso: lunedì c’è l’assentesimo, siamo tutti in macchina, mercoledì
c’è il papa, giovedì solitamente una manifestazione, venerdì uno sciopero dei
mezzi pubblici, fanno il ponte lungo, sabato e domenica sono intasate tutte le
città, specia ora che il lavoro è poco. Il martedì è vuoto. Solitamente. Invece
siamo fermi ormai da qualche minuto sul lungotevere Tor di Nona, subito passato
il ponte dell’Angelo. Ogni minimo spazio è preso: Le macchine sono pressate in
tre colonne, nemmeno i motorini riescono a passare, ma non si avanza. Se non
ogni paio di minuti, di poco. La strettoia a metà percorso deve avere generato
il rallentamento, o un tamponamento, chissà.
Ma
ecco infine una macchina si vede ferma, proprio all’altezza della strettria, in
testa alla prima fila di scorrimento a sinistra, con la marcia indietro
innestata. Ha trovato un parcheggio libero ma non può fare la manovra, pressata
dalla coda: se la prima macchina in colonna riesce a virare sulla destra, la
successiva le si fa sotto. L’ingolfamento finisce all’altezza della strettoia,
poi è tutto libero.
Le
tre colonne non scorrono peché devono assottigliarsi a una. Sul lato opposto
una macchina di Roma Capitale è ferma in seconda fila. Il vigile, una vigilessa,
scrive multe.
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