giovedì 12 ottobre 2017

Le chiocce sono tornate

Lo spazio è angusto ma l’affollamento non dà fastidio. Si chiachhiera anzi voluttuosamente a più voci, incrociando interlocutori e gruppetti. L’ottobrata romana mite lo consente anche di prima mattina, si arriva a scuola prima dell’apertura quasi pregustando il momento di conversazione. Le mani saldamente artigliate sulle spalle dell’infante, che sempre spinge per liberarsene e fare quattro salti coi compagni, i pochi liberi dalla cura parentale. Sono donne perlo più, che quando il cancello viene aperto accompagnano il pupo fin sulla soglia, e poi lo chiamano e richiamano salutando con la mano alzata, benché il figlio non senta o finga di non sentire.
Si ritrovano le stesse facce in pasticceria e alla frutteria - le vegane, per i centrifugati. È piacevole la pausa dopo la cura dei figli, ma senza dimenticarsene. I discorsi che si sentono sono sempre dei figli, vezzi, uzzi, dei loro tanti interessi, danza, volley, basket, scherma, canto, teatro, e dell’incaapcità che hanno a concentrarsi, e a scegliere.
A volte sembra il film di Moretti, “Caro diario”, dei genitori iperprotettivi che Moretti satireggia.  Diventati nel frattemo una patologia negli Usa che amano catalogare, l’overparenting. Del parent involvement che diventa un caso patologico: genitori ansiosi, insicuri, con la smania di prevalere, anche nei dettagli, a casa e fuori, a scuola, nel doposcuola, nelle riunioni, nemici spesso delle insegnanti, possedendo migliore pedagogia, esclusiva. A volte sembra una maniera come un’altra di passare il tempo. E forse è tutt’e due le cose.
Ilary svagata si legge stamani sul giornale che confida a Renato Franco: “Ho le paure che hanno tutte le mamme, ho un forte istinto di protezione”. Lo stesso Moretti è passato dalla satira all’inadeguatezza.

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