Autore – È i suoi personaggi. In vario
modo. Per il lettore, per l’autore stesso.
E anche commercialmente – Camilleri lo spiega a Teresa Ciabatti su “La Lettura”:
Montalbano è invadente e ricattatorio: ogni volta che esce un suo romanzo, si
vendono anche gli altri miei libri”. Tante volte ha provato a “ucciderlo”, ma
sempre ritorna su: “La verità è che Montalbano mi mantiene in catalogo da
trent’anni”.
Caporetto Completamente trascurate le testimonianze letterarie,
Quella, di Malaparte, a posteriori e in forma di libello politico. E la
rappresentazione dal vivo di Hemingway, anche se non c’era, e lo raccontò in
forma di romanzo: rileggendolo, “Addio alle armi” è l’unica rappresentazione
convincente, in tutti gli aspetti, militari, psicologici, politici. Fore perché
prende la giusta prospettiva, dal basso, delle masse in ritirata – generali?
colonnelli?.
Fake news – Ma dov’è la novità? C’erano nel
Cinquecento i novellanti, era un mestiere, che vendevano le notizie a principi,
cardinali, commercianti, banchieri, dopo averle fabbricate.
Erano il reticolo del romanzo di
G.Leuzzi venticinque anni fa, “In virtù della follia”. E più spesso sono
scienza. Astolfo, “La gioia del giorno”, ne dava dieci ani fa brioso elenco:
“Shakespeare era Bacone, o il conte di Oxford,
Edward de Vere, se non fu Elisabetta, la regina. Il suo lei era
il conte di Southampton, Henry Wriotheseley – da giovane, in età adulta il conte
ne fu mecenate. E Amleto è un travestito. Anche
grasso e asmatico, poiché è irresoluto e sospira di frequente. Sono solo due
delle trecento letture che il Williamson fa di Amleto. Si vive tra le boiate, a
volte in allegria. L’amato Louÿs sostenne una vita che le commedie di Molière le ha
scritte Corneille. Mentre Dante è un templare, eretico, frocio, e forse
tedesco.
“Gesù invece era san Paolo. E san Giovanni
Lazzaro, Questi essendo “il discepolo che Lui amava”. Abramo era Akhenaton.
Mosé un generale egiziano. Ultimamente, a lungo è stato un sacerdote egiziano. La cosa
non è senza conseguenze, poiché fratello di Mosè è Aronne, il progenitore dei
Cohanim, la stirpe dei sacerdoti del Tempio. Si può così dire che l’ebreo non
esiste, è un falso della storia, il vero ebreo è egiziano. O che la religione non esiste, è il
“ritorno del rimosso”, Freud direbbe,
“reminiscenza di processi arcaici scomparsi”, archeologia.
“Quanto
a Gesù, aveva un fratello. In proprio Gesù era un
esorci-sta della Galilea, condannato per sedizione e giustiziato nell’anno 30.
Se aveva intuizioni su una sua origine divina, non la manifestò. Il
cristiane-simo fu fondato da suo fratello Giacomo, che ne riprese le dottrine
in se-greto - Giacomo il minore, nella storia di Maria sposa di Alfeo. Il suo
profeta fu san Paolo, che attinse la verità da Giacomo. Paolo l’agente dei
romani, ai quali scrisse lettere, quando lo salvarono da una brutta fine a
Gerusalemme. Forse per sconfiggere l’ebraismo, che era già sconfitto. O per
imporre il dominio degli ebrei sul mondo. Magari con un accordo segreto a
Masada, dove gli ebrei fecero finta di suicidarsi – qualcuno li ha visti morti?
non c’è da fidarsi dei romani, che si erano venduti all’oro semita. Prima
naturalmente di essere condannato a morte a Roma e decapitato, ognuno è agente
di qualcun altro. Ma se Paolo fu romano, seppure mascherato, la filosofia
latina se ne nobilita grandemente, con sant’Agostino, o con Tommaso d’Aquino e
Duns Scoto, arricchendosi dell’invenzione dell’interiorità che egli fece,
canone fertilissimo benché confuso.
“La storia ha una coda: Gesù avendo un
fratello, sua madre non è vergine. Molti ebrei credono anzi che facesse le
corna a Giuseppe, non c’è donna pura. Anche il cristianesimo va distinto fra
quello di Gesù e quello di Paolo l’ebreo – ma Gesù non era ebreo? La storia di
Gesù si fa triplice se la Vergine fu moglie a Zebedeo: il fratello non fu uno
solo, Giacomo minore, o maggiore, ma due. E il fondatore fu Giovanni, giovane e
bello, che Gesù amò. La storia dà senso all’agape e alla creazione monogenetica
della chiesa, un filo d’incestuosa pederastica pregnanza.
“Colombo
era un danese. Omero un baltico - e una donna, ma questo si sapeva. Anche Dio,
ottomila anni fa, era femmina. E da una donna fece scrivere la Bibbia, una
cortigiana di re Salomone - le due notizie sono distinte. Brigitte Bardot è
oggi il modello di donna cristiana. E Grace Kelly una santa. Brecht del resto
ha rifatto due volte il testo di “Lucullo”, e Dessau due volte la musica,
perché il Partito sospettava l’uno e l’altra di pacifismo - nessuno è pazzo
come un comunista pazzo, diceva Brecht cretese. Il presidente Mao ha decretato
lo sterminio dei passeri. E la matematica dei giochi dimostrato che al Monòpoli
conviene comprare i terreni arancione: nelle caselle di quel colore i giocatori
sostano con più frequenza, essendo rinviati spesso in galera”. Molto fake, ma tutto falso?
Follia – “Far finta di essere pazzi”,
titola il “Robinson” di “la Repubblica” la presentazione delle ultime poesie
postume di Alda Merini - che Paolo Mauri dice anche di “saggezza folle”. “Che
tortura morale abbiamo”, scrive Merini in versi all’amica Bianca alla ripresa
della vita in città dopo essersi liberata dal manicomio:\“Doversi fingere
pazzi\ perché qui sul Naviglio fa colore”. Nell’intimo semmai convinta di
essere privilegiata, ma non al modo dei pazzi: “Il delirio è una condizione
umana irripetibile”, declama in un’altra lettera in versi alla stessa
amica:\”né lirica né distorta. Il delirio è stato\ per me quella conchiglia trovata sulla sabbia\
dell’anima che si porta all’orecchio\ per sentire il rumore del mare\ e il
rumore del canto”.
“Parole forsennate” è sempre domenica
sull’“Espresso” il titolo di una riflessione di Ginfrancesco Turano sul tema
“quando la follia dà vita al genio”. L’elenco è lungo di “bipolari, sregolati,
schizofrenici, suicidi” di genio, “da Campana a Hustvedt, da Foster Wallace a
Merini”. Hölderlin, Maupassant, Pound, Campana, Merini - Nietzsche. E i
suicidi, per entusiasmo o depressione, a partire dal Werther del posatissimo Goethe: von Kleist,
Esenin, Hemigway, Nerval, Virginia Woolf, Sylvia Plath, suicida dopo tre
ricoveri con elettroshock e trattamenti farmacologici, Anne Sexton, Foster Wallace.
O gli ubriaconi, Poe, Tennessee Williams, lo stesso Hemingway. Una sindrome che
perseguita molti. Blake, Yeats, Rilke, Emily Dickinson. Kerouac fu riformato
per schizofrenia. Siri Hustvedt, scrittrice, moglie di Paul Auster, confessa
deliri incontrollabili. . .
Il disturbo neurologico facilita o
disturba la poesie – la versificazione, l’immagine, la prosodia? Dipende,
probabilmente: in qualcuno la faciliterà, in altri la inibisce. L’esperienza
personale, del vecchio nuovo amico Saro Napoli, “Incom”, èche consente momenti
di concentrazione-liberazione di speditezza e qualità d’invenzione e
versificazione: nel ritmo, nelle sonorità, nell’immaginazione, negli accostamenti.
È vero che Saro, pur in trattamento farmacologico è – è stato prima che la
Sanità non lo imprigionasse - per ogni atra cosa persona autonoma e stimabile.
Capace di amministrarsi, Di viaggiare ai suoi appuntamenti annuali a Bologna e
Venezia per le fiere d’arte. Come anche
di andare e venire con i mezzi pubblici, a Roma e ovunque, senza mai sbagliare
una coincidenza, preciso al minuto. Salvo per la psicosi del furto di cui costantemente
si riteneva vittima – si può essere pazzi per questo (il discorso non è più
della poesia)?
Galileo – È miglior scrittore -
“Appena la luna compare, nel linguaggio di Galileo si sente una specie di
rarefazione, di levitazione: ci s’innalza in un’incantata sospensione”. Italo
Calvino.
Goethe – Nel centenario della morte
fu celebrato soprattutto come occultista. Era il 1932, alla vigilia
dell’avvento di Hitler, la Germania era ingombra di eserciti politici, di sinistra
e di destra, l’economia era a picco, c’era la fame, ma la Germania viveva
all’ora dell’occultismo e della magia nera. In una sorta di paganesimo della
selva originaria, pre cristiana e anzi prelatina. Le comunità dello Harz attorno
a Brocken, scenario della notte di Valpurga nel “Faust”, organizzarono festività
pagane e processioni notturne in grande stile. Un ghostbuster britannico che aveva “scoperto” il favoleggiato manuale
di negromanzia alt-deutsch, vecchio
tedesco - è su questo manoscritto del Quattrocento, spiegava, che Goethe si è
ispirato per il “Faust” - fu invitato a Rocken a provare il tiro centrale del
manuale, la trasformazione di una capra bianca in un bel giovane. La cerimonia
fu sfarzosa, il 17 giugno 1932, ma l’esperimento fallì.
L’esperimento anglo-goethiano fu ripreso
a Berlino un paio di giorno dopo da Erik Jan Hanussen, alias di Herschmann
Chaim Steinscheneider, un mago ebreo famoso e
discusso che stava per diventare il “resuscitatore” del depresso Hitler. Una
sorta di strizzacervelli telepatico: Hanussen operò la trasformazione, alla presenza di
testimoni illustri, Leni Riefenstahl e Valeska Gert (Nishma in “Giulietta degli
spiriti”) tra i tanti. Una rappresentazione giocosa in realtà. Si coprì da ultimo
la capra con un lenzuolo, togliendo il quale un bel giovane appariva invece
dell’animale.
Keita - Etnonimo nobile: è il patronimico – era – dei Dogon. Un’etnia
dell’Africa Occidentale che praticava una larga cosmogonia, un vero “sistema
del mondo” (Germaine Dieterlen).
letterautore@antiit.eu
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