È
subito scaduta a pettegolezzo - la vendetta di Renzi, anzi di Boschi - ma
l’autorevolezza della Banca d’Italia non è questione da poco. Ed è semplice:
ultimamente si è dissolta.
Si
sono avuti fallimenti di banche che si potevano evitare. Per cattiva gestione,
cioè, in misura perfino macroscopica, visibilissima. A fronte dei quali aumenti
di capitale miliardari sono stati autorizzati, invece di interventi preventivi
o sanzionatori tempestivi. A Siena due volte e a Vicenza, per perdite
altrettanto miliardarie dei risparmiatori - 30 miliardi è una somma per difetto.
Si
è introdotto il bail-in nel 2014, la
Banca d’Italia volenterosa esecutrice, senza darne avviso ai risparmiatori, se
non a danno intervenuto, e da essi pagato, due anni dopo. L’informazione e l’educazione
sono compito della Banca d’Italia.
Si
sono lasciati gonfiare i crediti inesigibili, non-performing loans, mentre anche qui la metastasi si poteva
disinnescare, con cartolarizzazioni tempestive, anno per anno.
La
vigilanza sul debito pubblico non è compito della Banca d’Italia. Ma la Banca d’Italia
in precedenza se ne è sempre occupata, con autorevolezza, nelle “Considerazioni
finali” annuali e con ogni mezzo, in virtù della moral suasion che tutti le riconoscono. Il debito è sempre
cresciuto in questi anni, senza giustificazione alcuna se non lo sperpero: i
tassi sono stati bassi, le entrate in aumento malgrado la crisi, gli investimenti
pubblici tagliati, comprese l’istruzione e la ricerca. Nel silenzio.
Il
confronto internazionale è da vertigine. Veniamo da un quinquennio in cui, escluso
l’ultimo anno, il presidente della Bundesbank e il ministro del Tesoro tedesco
hanno a settimane alterne attaccato pubblicamente il debito e le banche
italiane. La Banca d’Italia è come se non ci fosse stata. Nemmeno per dare loro
ragione.
Le
critiche pubbliche dei responsabili monetari tedeschi sono irrituali e anche in
certo senso illegali (aggiotaggio): bene o male facciamo parte di un sistema
monetario unito, in cui tutti possono dire tutto, ci sono luoghi e occasioni
per questo, non le conferenze stampa. Ma se i tedeschi possono seminare panico perché i tempi e l’etica
sono cambiati, perché la Banca d’Italia tace?
Su
questo versante molto ci sarebbe da osservare. Quante banche tedesche, o anche
francesi (o britanniche o americane, per dire le patrie del liberismo puro),
sono state pagate dai risparmiatori? Come ha dovuto fare chi aveva messo i suoi
risparmi in ben sette banche italiane, anche grandi, Mps e le venete? Bisogna
saperci anche fare, oltre che ossequiare le ideologie.
Questo
è il punto più discutibile, ma più sensibile. La Banca d’Italia ha il compito
di proteggere il risparmio. Non lo ha fatto, in vari modi. Dire speculatori gli
azionisti e gli obbligazionisti delle banche fallite è stupido, oltre che
disonesto – con questa Banca d’Italia come si ricapitalizzeranno le banche?
Dire
che la Banca d’Italia non c’è non si può. Ma è come se non ci fosse. Non per il
versante buono.
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