La fuga di notizie
Svuotò i giornali
I redattori astringendo
A stringere la cinghia
Di trasmissione
Non è successo nulla alla Banca
d’Italia. Salvo che troppe banche sono fallite. Con gravi perdite per i
risparmiatori. E che tre dirigenti della vigilanza, e il segretario di Draghi quando
era governatore, sono passati con ottimi stipendi alla Popolare di Vicenza da
loro controllata. Prima che saltasse il tappo.
Tutto quindi come prima alla
Banca d’Italia: la politica abdica anche quando non dovrebbe. Effetto di insindacabili
presidenze della Repubblica, di Mattarella dopo Napolitano. Presidente di cui peraltro il rottamatore Renzi, che
avrebbe voluto rottamata anche la Banca d’Italia, è stato il pupillo e il padrino.
Heather Lind, di professione
attrice, accusa George Bush di “aggressione sessuale” due anni fa. Quando l’ex presidente aveva già 89 anni, e
andava in sedia a rotelle per il Parkisnon. Ma è una commedia?
Lotito certamente non è una
persona seria, si sapeva prima della sceneggiata sui suoi razzisti. Ma ha
creato una società di calcio che funziona, malgrado si direbbe se stesso:
l’impresa prescinde dall’imprenditore, bisogna rivedere tutta la filosofia dell’impresa?
Il poco serio Lotito è quello che
ha avuto e ha più potere nella federazione del calcio, dagli arbitri al
tribunale sportivo, alla federazione stessa. Dapprima in alleanza col Milan,
quando c’erano Berlusconi e Galliani. Poi con Alberto Agnelli della Juventus.
Il calcio è poco serio.
Si può fare un governo
giallo-nero. Poi rosso-nero. Poi “giamaica”. Indifferentemente, sempre con lo
stesso cancelliere – si può fare in Germania. Senza coerenza ma con un
programma di governo. Nell’ammirazione generale. In Italia invece non si deve
fare un governo – non si deve votare per fare un governo. Poi dice che c’è
corruzione, spreco e decadenza.
Solo Marina Ripa di Meana in Italia
ha posto la domanda giusta alle 40, o 50, attrici di Weinstein: ma chi ve lo ha
fatto fare? Non un giornalista, un tuttologo, un maschio altrettanto perfido.
“Lo scorso giugno l’82 per cento
degli elettori ha votato per conservatori e laburisti, due partiti con un chiaro
programma di uscita dall’Unione Europea”:
Jill Morris, ambasciatrice della regina Elisabetta a Roma, è andata al “Corriere
della sera”, “nella storica sala Albertini in via Solferino”, e ha detto quello
che tutti sanno ma non dicono. Ogni tanto gli inglesi sono leali – o anche: gli
ultimi “inglesi” sono i falsi di Milano.
L’ambasciatrice ha evitato di dire
che il restante 18 per cento dell’elettorato era per l’Ukip e assimilati, per
gente anche violentemente antieuropea, razzisti e assimilati. L’Europa non
sembra, poiché si gloria di tanga storia, ma spesso è solo bugiarda – vantona
(l’Inghilterra è ben europea). Aver dominato il mondo non è titolo di saggezza.
“Trovare un saldatore italiano è
quasi impossibile, perché, nonostante la disoccupazione giovanile, abbiamo perso
tute le scuole professionali”. Il ministero s’inventa la scuola-lavoro come
passatempo, come per tutti gli altri insegnamenti. Il vero problema italiano è la
scuola: la gestione della scuola, il ministero, i consulenti scolastici – anche
questi votati al business.
Sproloquio
di Sabino Cassese sul “Corriere della sera” contro la discussione alla Camera delle
mozioni 5 Stelle, Lega, Sinistra Italiana, Fratelli d’Italia e Pd sulla Banca
d’Italia: “illegittime”, “inopportune “, “inammissibili”. Dio li fa e poi li
perde – non è la prima scemenza del professore? Le Camere non possono votare
mozioni indirizzo al governo, sulle materie su cui il governo è chiamato o sta
per decidere? E allora che ci stanno a fare.
Perché
il “Corriere della sera”, come “la Repubblica”, difendono una Banca d’Italia
che spesso hanno criticato, su punti sensibili? In odio alla politica, quando
infine ha fatto propri i loro argomenti.
È sempre
la mentalità del tanto peggio tanto meglio delle – si pensava vecchie –
dirigenze comuniste dei grandi editori.
Fa
titolo in America “Russia Today”, il network privato russo pro Putin, che legge
lo scandalo Weinstein come manovrato da Trump contro i democratici, dato che il
produttore era amico e finanziatore dei Clinton e degli Obama: “Non capiscono
il ruolo di una libera stampa, se non sotto forma di complotto”, argomentano i
media americani. E il complotto di Putin che fa eleggere il presidente degli
Stati Uniti? Che i (tanti) servizi segreti Usa hanno buttato lì e i media
riprendono convinti.
Che
la Russia abbia deciso le presidenziali americane, influenzando l’opinione e
perfino manomettendo i diritti di voto,
sembrava un’esagerazione. La cosa diventa ridicola ora che in Russia qualcuno sostiene
di averle influenzate.
L’America
però vuole credere di avere votate come hanno deciso i russi, l’uso libero
degli agenti di Putin di bots e trolls, programmi automatici e
provocatori .
Secondo
il servizio sicurezza di Facebook, gli annunci elettorali possibilmente pagati
da agenzie russe ammonterebbero a un massimo di 100 mila dollari. Che
nell’economia elettorale americana sono lo zero virgola dei fondi di ogni candidato
– sono la spesa di un candidato a un consiglio comunale in Italia.
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