Due pagine di “La Lettura” e
Massimo Gaggi sul complotto di Putin, la vecchia disinformacija: “Gli hacker russi all’assalto dell’American Dream”.
Documentatissime. Ma, e gli hacker americani all’assalto della Russia? O sono incorporati
nell’informacija?
Il complotto informato sa necessariamente
di complotto.
Le forze siriane sostenute dagli
Usa hanno liberato Raqqa dal dominio Is distruggendo la città. E subito l’America
protesta perché “un nuovo capitolo si aggiunto alla tecniche di guerra
americane, che non contemplano la distruzione totale del nemico” – “The
Atlantic”. Peggio: i rifugiati siriani vengono deportati perché sospetti di
collusione con lo Stato islamico.
Non c’è guerra giusta. O l’America
non sa, non vuole, fare le guerre.
Si contesta l’opportunità della mozione
Pd sulla Banca d’Italia. Che però tenta solo di non farsi fregare dalle mozioni
analoghe dei 5 Stelle, la Lega e Sinistra Italiana già in discussione. Su fati
peraltro no discussi, né incerti.
La mozione Pd contro Visco è
ricalcata su “la Repubblica”, le critiche che il quotidiano ex di Scalfari è
venuto facendo in questi mesi e anni. Ma il quotidiano prende posizione contro
la mozione, e contro Renzi che l’ha voluta. Non nei contenuti, che Andrea Greco
ha ribadito, ma sulla opportunità, i retroscena, gli odi e le mire private. Contro
Renzi. Ci vuole sempre un cinghiale cui dare la caccia, per sentirsi vivi?
A Valeria Khadja Collina, madre
di un terrorista dell’Is morto a Londra con le sue otto vittime, pubblicano un libro per farle dire che suo
figlio era bello e buono, e lei mi avrebbe sospettato. Nel lancio del libro su
“la Repubblica” spiega che il figlio aveva in camera e su facebook insegne e
testi dell’Is, teste mozzate, etc. Con l’islam di queste donne va una diversa
concezione del buono?
Juventus-Sporting Lisbona si
gioca a una sola porta, quella portoghese. La squadra torinese fa due gol e una
dozzina di quasi-gol. Ma “la Repubblica” le riempie di 5 in pagella il giorno
dopo. Mentre alla squadra avversaria dà una mezza sufficienza. È sempre De
Benedetti contro gli Agnelli?
Il “Corriere della sera” fa le
stesse pagelle, peggiorate – peggiori per gli juventini, migliori per i portoghesi.
È Cairo (Torino) contro l’altro club cittadino? E l’informazione?
“A Manhattan”, dove si fa
l’opinione pubblica Usa, dice ad Angelo Aquaro sul “Robinson” il direttore
della progressista “New York Review of Books”, Ian Buruma, “la gente è
acculturata, ha un buon lavoro e non ha mai incontrato in vita sua un elettore
di Trump. I democratici non si sono neppure degnati di fare campagna elettorale
nel Midwest, così sicuri che là avrebbero vinto”. Che opinione e che
democrazia, di che partito Democratico?
“Alla conferenza di pace di
Parigi”, dopo la guerra, nota Claudio Magris sul “Corriere della sera”, mentre
De Gasperi onesto e dignitoso riconosceva “come tutto fosse contro di lui quale
rappresentante dell’Italia, l’Austria veniva onorata quale vittima del nazismo
e dell’annessione, l’Anschluss”. Già,
uno non ci pensa: il nazismo sceso dal cielo.
Un’assoluzione anzi, anzi una
glorificazione, senza nemmeno confessione. La cosa è molto o poco
cattolica?
Fa più senso Harvey Weinstein o
il numero delle attrici che si sono lasciate fare, quaranta finora - ma lo chauffeur del produttore americano a
Cannes dice che mancano “tutte le francesi”?
Si denuncia dopo venti e trent’anni
per un amarcord?
Non è il solo lato strano del
mostro Weinstein. “In America, dove ho vissuto a lungo”, dice Maria Grazia
Cucinotta, fondatrice e animatrice di “Vite senza paura”, contro le violenze
sessuali, “gli uomini sono terrorizzati dalla denunce”, ce ne sono che ”evitano
di prendere l’ascensore da soli con una donna”. Weinstein no.
Weinstein era un grande
provveditore di Oscar, alle attrici e anche agli attori e ai registi: sapeva
corteggiare i votanti, e le votanti. Se ne chiederà ora la revoca, come si fa
per i titoli dei dopati?
E Trump in tutto questo? Solo una
si trova, che ai bennati non piace. Sarà difficile eguagliare il ridicolo di
Clinton, ma una buona donna sarebbe un grimaldello migliore di Putin per
scardinare l’inverosimile Trump. Carla Bruni per esempio, sua vecchia fiamma, perché
non si presta’
Berlusconi può dire Davigo “un
concentrato di odio, invidia e rabbia”. Senza obiezioni. Non dai colleghi
magistrati, che lo conosceranno bene. Gli storici pure tacciono, loro sono
prudenti.
Valentino Magliaro, venticinque
anni, studi tecnici conclusi tardi e male, tre università in quattro anni, con
un solo esame, non passato, e “mille esperienze” di nessuno spessore, è il
“leader civico” italiano eletto alla Fondazione Obama. Che per questo lo ha
invitato a Chicago. La sindrome 5 Stelle – non studiare, non lavorare - dunque
ha contagiato l’America. Si comincia a capire che abbiano votato Trump.
Magliaro programmerà la scuola
del futuro – la sta già programmando: una scuola in cui non ci sarà bisogno di
studiare. Non c’è già?
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