Un film semplice e appassionante,
sulla vita di Andrea Bocelli. Una regia non pretenziosa, dell’autore de “Il
Postino”, “Elsa & Fred”, “Orwell 1984” - nonché di altri biopic di
musicisti, Van Morrison, Petrucciani. Che sa far lavorare senza vezzi i tanti
comprimari, Luisa Ranieri, Fantastichini, Salvi, Nadir Caselli. E soprattutto, nel
ruolo del “Maestro” , che di fatto fu Franco Corelli, Banderas – anche se Corelli
era alto il doppio. Attorno a un incredibile Tony Sebastien (“The Game of Thrones”), in scena per un’ora
abbondante, incredibilmete misurato ed
espressivo: se non è Bocelli, Bocelli sarà per molti lui.
Un piccolo capolavoro che la Rai
si è fatto scivolare in un’unica proiezione lunedì, senza nemmeno promovuoerlo –
Bocelli non è “un amico degli amici”?
Michael
Radford, La musica del silenzio
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