La
storia medievale e moderna dell’Italia si distingue per la grande quantità di
fonti: contratti notarili, istruzioni diplomatiche, annali (urbani, feudali,
conventuali, familiari), registri dei conti, regesti. Non per il Sud. O le
stesse fonti esistono da Napoli in giù e non sono analizzate? Sono il
fondamento dell’identità.
A
Bagnoli “600 milioni al vento e la bonifica tutta da rifare” – “la Repubblica”.
È vero che Napoli supera ogni immaginazione.
Reggio
Calabria, pur essendo una delle ultime (105ma) per servizi culturali nella
classifica del “Sole 24 Ore” per qualità della vita, è fra le prime per connettività:
al 13mo posto per connessioni con banda larga da 30 Mb. Lo sviluppo può essere
opera da poco.
C’era
uno “Sport e mafia” già cinquant’anni fa, di un Lorenzo Artioli, per Bompiani.
Una mode che parte da lontano. Ci sarà stato anche un “Cinema e mafia”, perché
no. Anzi, proprio un “Moda e mafia”. Se non c’è, ci dovrebbe essere, troppi
grandi della moda a Panarea e Pantelleria.
Il
cordax o cordace, danza che si
apparenta alla tarantella, Umberto Eco fa ballare in “Baudolino” a una prostituta,
in chiesa. Un prestito, dirà dopo (nella raccolta che ora si pubblica di conferenze
“Sulle spalle dei giganti”, da Dimitrij Merezkovskij, il prolifico autore di
romanzi storici di fine Ottocento, da lui letto d a ragazzo, “Giuliano l’Apostata”.
Ma in chiesa si balla, si ballava fino a ieri (al 2015, a Polsi, come nell’antica
Grecia si ballava nel recinto del tempio.
“35 morti accoltellati in Inghilterra e Galles
nei primi undici mesi, di cui 24 solo a Londra”. È una notizia ma non uno
scandalo, è la “normalità”. la violenza urbana, metropolitana. La violenza non
è uguale.
“Sirene”, dopo “I bastardi di Pizzolfalcone”,
su Rai Uno, colorata, gentile, oleografica, “Gomorra” implacabile su Sky, senza
luce, violenta fin nella parlata: non c’è una Napoli “normale”, una metropoli
che pure s’ingegna e fatica. Napoli vuole essere esagerata, fuori della realtà.
La questione
dell’oppressione
La
questione meridionale opprime i meridionali. Li fa:
avidi
corrotti
fannulloni
sporchi
brutti
incapaci
malavitosi
omertosi
ora
anche mafiosi, anziché vittime della mafia
peculatori
traffichini
imbroglioni
abusivisti
evasori
aggressivi
cinici
Ne
uccide la speranza. Li disintegra.
E
se qualcosa ne resta ne corrompe la coscienza: nell’immagine riflessa, nessun
meridionale riesce, neppure per un attimo, se non con sforzo, e con spreco
polemico, a pensare bene di sé. Anzi, introiettando le accuse, i meridionali
sono diventati gli alfieri di questa devastazione. Dai radicali Salvemini e
Sciascia agli emigrati a Roma e Milano, a una buona metà dei residenti. È raro
sentire al Sud una conversazione che non sia afflittiva.
È
un meridionalismo indotto da una furba “Milano”, leghista in petto – subentrata da almeno un secolo al Piemonte nella
gestione dell’opinione, esaurita con la Grande Guerra la centralità dei Savoia (il
fascismo fu anche questo: il passaggio del bastone da Torino a Milano). Che per
accrescere la subordinazione si prospetta:
proba
operosa
virtuosa
ingegnosa
generosa
caritatevole
disinteressata
Al
confronto il meridionale non è nulla. Anzi, è peggio di nulla: è cattivo,
distruttivo, sperperatore del pubblico denaro, e un po’ sporchetto.
Tutto
questo non è invenzione – paranoia, complottismo. Sono il “Corriere della sera”
e “la Repubblica”, l’opinione “giusta”.
Se la sicurezza
è mafia
La
città meno sicura d’Italia è per la classifica annuale del “Sole 24 Ore” sulla
qualità della vita Milano, l’ultima fra le 110 città capoluogo di provincia. Al
109mo posto Roma. Lo stesso l’anno scorso, non è un errore di stampa.
Reggio
Calabria viene invece a mezza classifica, al 69mo posto. Subito dopo
Torino. Meglio anche di F irenze
(106ma), Rimini (101ma), Venezia (77ma), Pisa(89), Brescia (86), Genova (84),
Perugia (85), La Spezia (89), Grosseto (80), Lucca (99), Savona (97), Pescara
(102), Imperia (98), Massa (75), Pistoia (82).
Roma
e Milano, la Toscana e la Liguria sono i luoghi delle mafie? No. L’indice del
Sole” censisce i furti, di auto e in casa, scippi e litigiosità. Una criminalità
che va con la dimensione urbana, e con la ricchezza relativa. Verrebbe facile anche
dirla esclusa dalle mafie: dove ci sono le mafie i ladruncoli sono pochi e
lavorano poco. Ma questo non è il caso di Napoli, dell’asse Napoli-Caserta,
dove lo scippo e il furto dell’auto non fanno eccezioni (ma Salerno,100ma, è
peggio di Napoli, 96ma, nella classifica del “Sole”). O a Roma nei quartieri
dominati dai clan, i Casamonica a Sud-Est, gli Spada e i Falciani sul litorale.
Il puntiglio
Non
si è finito di votare in Sicilia, che le liti sono scoppiate come petardi di
strada. I giudici di Messina non sanno più chi incatenare per evasione fiscale,
a partire dal neo-eletto Cateno De Luca, arresto forse d’obbligo dato il nome.
E dal ventenne Luigi Genovese, altro neo-eletto. Anch’esso arresto forse d’obbligo
in quanto figlio di Francantonio, il deputato nazionale Pd già condannato. Cateno
e Genovese jr sono del centro-destra, ma questo non vuol dire. A Palermo arresti
sono stati subito decretati per qualche esponente della sinistra. Il punto è il
puntiglio – si sa già che i processi non ci saranno o finiranno nel nulla.
L’arresto
ha scatenato Cateno De Luca. Che non passa giorno che non infilzi i Procuratori
della Repubblica della sua città. I quali non parlano, ma lo caricano di altri
delitti. Prima e dopo il voto, l’isola e l’Italia sono state occupate dalle dichiarazione
di Crocetta. Un presidente di regione di cui non è stata possibile la ricandidatura
per i troppi fallimenti, che però ritiene d essere nel giusto, in ogni singola
piega. E insiste.
Più
che virulenza, è umoralità. Fuori da ogni logica, anche solo di convenienza. Anche
in affari di giustizia. Che si decidono a chi è più puntiglioso. Avvocatesca forse, ma aperta a tutti: tempo e
energie sprecati. Di cui non si può nemmeno chiedersi “cui prodest?”: il
puntiglio non vuole calcolo, è una esibizione di sé, ma in forma autodistruttiva, del tipo vagamente biblico che si dente così spesso citare, del “muoia Sansone con tutti i filistei”.
leuzzi@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento