Metà
della bolletta elettrica è di “oneri di sistema”, paga le fonti di energia
rinnovabili – la “materia energia” non va oltre un quarto del costo. Va cioè a
profitto dell’industria che le produce, una delle più floride sul mercato – si
lavora poco, si guadagna moltissimo, con beneficio nulla o trascurabile
sull’aria e l’ambiente. .Un’industria cui si consentono ricarichi stratosferici.
Tanto più che oltre la metà delle rinnovabili viene da impianti idroelettrici
ammortizzata da decenni.
Gli
oneri di sistema non sono legali, benché passati truffaldinamente dal
Parlamento. E sono controproducenti economicamente, come stili di vita e
educazione ai consumi. Non è educativo far pagare metà del prezzo a beneficio
di alcuni gruppi e alcuni affaristi. Non lo è far pagare come imposta di scopo metà del prezzo
di un bene. Ma il richiamo non interessa alle associazioni “a protezione” del
consumatore, Adoc, Adiconsum Codacons, etc.
Le associazioni consumeristiche sono il vero problema delle
tariffe in Italia, dove ogni sorta di abuso viene perpetrato: in tutti i
settori e in tutte le fasi del mercato danno l’idea di essere al soldo delle utilities.
Le
associazioni consumeristiche si fanno ora forti della retromarcia delle utilities sul mese di 28 giorni, cioè sui
canoni annuali aumentati surrettiziamente di un mese. Ma il mese lunare in
bolletta non è di ora, è vecchio di almeno un anno. È ora d’attualità perché le
utilities trovano comodo tornare alla
vecchia fatturazione –qualcuna anche a due mesi, come usavano, invece che a un
mese (è più comveniente dal pujnto di vista organizzativo) – dopo che nell’ammuìna hanno aumentato tutti i canoni
(Tim, semplicemente, lo ha raddoppiato).
Si
può vendere un prodotto (sciroppo, bevanda, dolcificante, perfino l’aria) con la
parola miele senza che ci sia del miele dentro. Lo consentono i regolamenti europei.
Si
puo’ produrre olio d’oliva – non extravergine, ma pur semrpe olio d’oliva – con
solo il 4 per cento di vero olio d’oliva. Lo consentono i regolamenti europei.
Si
esce dal supermercato, in regime di raccolta differenziata e protezione
ambientale, con decine di involucri di plastica,
anche tre per ogni prodotto. Li richiede l’Europa.
L’enorme
packaging prodotto dai supermercati è
articolato per confluire nell’indifferenziata, il rifiuto urbano che va in discarica,
intrattabile: plastiche incollate alla carta, o al vetro, vetro e carta, vetro
e plastica. Più l’enorme bigliettazione in carta-non-carta – ricevute,
scontrini, promozioni.
Si
riducono le pensioni per rientrare dal tasso d’inflazione programmata, risultato
superiore di un punto rispetto a quella poi effettiva. Il recupero è di qualche
euro al mese, ma si fa pesare tutto insieme sul rateo di novembre. Senza
avvertire i pensionati – quella buona metà dei pensionati Inps per i quali
dieci euro sono il 2 per cento dell’assegno.
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