Un titolo come un altro, per
una mostra di fatto atematica. Una ventina di artisti, italiani e stranieri,
“di ottima notorietà”, assicura il dépliant
illustrativo, espongono idee e proposte in una galleria d’eccezione, il palazzo
della presidneza della Repubblica. Ognuno con un sua cifra e un suo messaggio.
Ognuno con un suo mezzo, video per lo più, ma anche installazioni e manufatti.
Non specialmemnte attraenti, come tuta l’arte comtamortaneaa – come l’arte si
vuole. Ma qui sì.
È come un’invasione, barbarice
e mite insieme. Un’occupazione monellesca degli spazi vuoti del palazzo. Uno
scuotimento. Un pezzo del mondo che dà quasi voce, seppure di meravigliata
ritrosia, scuotendosi una polvere ormai settantennale, agli spenti saloni delle
afone presidenze della Repubblica.
Da io a noi: la città senza confini, Palazzo del Quirinale (su prenotazione)
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