lunedì 27 novembre 2017

Criticare Grillo si può, via Usa

Gli Usa non amano i 5 Stelle. Se ne occupano poco, per dirne male. Il “New York Times” dopo il “Wall Street Journal” e “The Nation” (che ne ha fatto un movimento prefascista). Sanno che cos’è l’improvvisazione – anche perché un Di Maio gigante si sono ritrovati presidente, e non sa che fare. Ma non è niente di più di una opinione politica seppure polemica. Accettabile, oppure no, a giudizio.
Inaccettabile è che i media italiani, non osando criticare Grilo, neppure analizzarlo, si servano dei media Usa per farlo, facendosene megafono. Si servono, ingigantiscono, moltiplicano le semplici osservazioni estere.

Hanno paura di parlare in proprio? Paura di chi, di Grillo? Potrebbe essere: Grillo li minacciava, fino a un anno-due fa. Ma come prendere sul serio Grillo? Paura di perdere i lettori? Ma allora non sanno che gli elettori di Grillo non leggono. Per il resto, invece di demolire i talk-show, che hanno fatto la grandezza del grillismo, assurdi, osceni per quanto vestiti, un Grande Fratello e un’Isola dei Famosi della politica, un avanspettacolo poverissimo senta tette, ma demolitore di ogni seria ponderazione, se non altro per stanchezza, li magnificano, se ne fanno cassa di risonanza.
Uno storico che analizzasse Grillo sui media, non se ne potrebbe fare che una opinione pessima, Dei media. 

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