“Il nostro interese va al
margine pericoloso delle cose,
Il ladro onesto, il tenero
omicida,
L’ateo superstizioso” (Robert
Browning).
Con questa citazione la
baronessa inglese del giallo, morta tre anni fa, apre il suo testamento, un
trattatello del giallo inglese. Con poco altro: Ross Mc Donald (tacendone
peraltro la moglie Margaret Millar, la maggiore autrice di mistery) e un tributo allo hardbolied
americano. Ma con pareri sconvenienti.
Un giallo del giallo,
volendo: che cos’è il giallo? Il mistero è diffuso nei romanzi. L’autrice torna
spesso su Trollope, e su Wilkie Collins, che non si voleva scrittore di mistery.
Su Dickens naturalmente. E, sorpresa, a lungo su Jane Austen. E allora, Dostoevskij?
E Flaubert, perché no. Perfino Henry James ci può stare, la coperta è elastica.
Ma non senza ragioni. Sottili, anche se in realtà bisognava solo pensarci: il
procedimento è quello del compito in classe, il probllerma e la sua
soluzione- che in matematica è una, nel
racconto multipla.
C’è anche un po’ di storia. A
partire da “Caleb Williams”, 1797. Con le “Quattro soluzioni” di Poe. Le prime
donne detective. E prima ancora le donne gialliste. In parallelo con la loro
ritardata entrata nelle università – Dorothy Sayers - ma con impronta subito
cospicua sul mercato: Agatha Cristie, Ngaio Marsh, Margery Allingham.
P.D.James, A proposito del giallo, Oscar, pp. 169
€ 11
Nessun commento:
Posta un commento