“Il
piagnisteo che ci danneggia” lamenta il sottosegretario agli Affari Europei Sandro
Gozi, nei rapporti con l’Europa. Che però dovrebbe avere abbastanza esperienza
di affari europei per sapere che la condizione minoritaria dell’Italia nella
Ue, anche di fronte all’Olanda, perfino alla Finlandia, è l’effetto di
un’azione di governo indolente e scialba. Limitata alle pacche sulle spalle,
anche ai baci e abbracci in regime Merkel. Il più delle volte senza sapere
nemmeno quello che sottoscrivono – il bail-in
è solo il fatto più macroscopico, ma
uno fra i tanti di grande e grandissimo impatto. O Schengen, per dire, che ha
fatto dei settemila km. di coste dell’Italia una frontiera aperta sull’Africa
e l’Asia.
Responsabilità
sempre e solo di governo. Con ministri degli Esteri mai incisivi, e ministri
del Tesoro vecchio stile, centrati sull’Italia, a partire dalla lingua, mentre
tutta la politica monetaria e di spesa è ormai fatta a Bruxelles e Francoforte,
su metodologie e filosofie angloamericane. Ottime burocrazie agli Esteri e
alle Finanze ancora a fine Novecento sono state devitalizzate per un
inesistente primato della politica.
L’effetto,
curioso, è che qualsiasi starnuto a Bruxelles diventa nei media italiani una tempesta.
Caso unico nelle opinioni pubbliche di tutta Europa. È così che ministri
incapaci o non rappresentativi finiscono per alimentare la debolezza
dell’Italia invece di migliorane l’immagine – com’è possibile che il rating
dell’Italia, dell’Italia, sia uguale a quello della Romania, del Marocco e del Kazakistan?
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