lunedì 27 novembre 2017

Il piagnisteo dei ministri italiani

“Il piagnisteo che ci danneggia” lamenta il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, nei rapporti con l’Europa. Che però dovrebbe avere abbastanza esperienza di affari europei per sapere che la condizione minoritaria dell’Italia nella Ue, anche di fronte all’Olanda, perfino alla Finlandia, è l’effetto di un’azione di governo indolente e scialba. Limitata alle pacche sulle spalle, anche ai baci e abbracci in regime Merkel. Il più delle volte senza sapere nemmeno quello che sottoscrivono – il bail-in  è solo il fatto più macroscopico, ma uno fra i tanti di grande e grandissimo impatto. O Schengen, per dire, che ha fatto dei settemila km. di coste dell’Italia una frontiera aperta sull’Africa e l’Asia.
Responsabilità sempre e solo di governo. Con ministri degli Esteri mai incisivi, e ministri del Tesoro vecchio stile, centrati sull’Italia, a partire dalla lingua, mentre tutta la politica monetaria e di spesa è ormai fatta a Bruxelles e Francoforte, su metodologie e filosofie angloamericane. Ottime burocrazie agli Esteri e alle Finanze ancora a fine Novecento sono state devitalizzate per un inesistente primato della politica.
L’effetto, curioso, è che qualsiasi starnuto a Bruxelles diventa nei media italiani una tempesta. Caso unico nelle opinioni pubbliche di tutta Europa. È così che ministri incapaci o non rappresentativi finiscono per alimentare la debolezza dell’Italia invece di migliorane l’immagine – com’è possibile che il rating dell’Italia, dell’Italia, sia uguale a quello della Romania, del Marocco e del Kazakistan?

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