venerdì 17 novembre 2017

La morte del papa

Interviene il papa per dire che si può decidere il suicidio. Nel biotestamento o in altro modo. E anche l’omicidio. Pretendendo che non sia nulla di rivoluzionario.
In un senso è vero: quello che dice il papa è quello che si fa nella pratica, caso per caso, senza leggi e senza dottrina, senza impegnare la volontà del sofferente, e senza nemmeno dirselo tra aventi causa, sanitari e congiunti, per la forza delle cose. Nel 1980 la Congregazione per la dottrina della fede ne prendeva atto: “Nell’imminenza di una morte inevitabile…  è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso per la vita”. Ma detto dal papa in occasione solenne, ex cathedra, è un nihil obstat a finirla il prima possibile, con le vite inutili, per i parenti e per le Asl. Con assoluzione garantita.
È possibile che il papa non si renda conto della differenza, ma questo è terribile - o non capisce o è un ipocrita. Oppure è un infiltrato, come dicono i sacrestani scontenti.

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