La
rivoluzione sovietica Gramsci bollò, 24 novembre 1917, esattamente un secolo
fa, “la rivoluzione contro il Capitale”,
il “Capitale” di Marx. C’erano incomprensioni da subito. Che poi si sono mutate
al rovescio: incomprensioni che hanno portato a un’adesione cieca, anzi a un
asservimento, non c’è altra parola, a Mosca - fa orrore pensare oggi che
Togliatti è stato testimone di migliaia di assassinii, e fose anche esecutore.
Passa
sotto silenzio il centenario della Rivoluzione d’Ottobre, derubricata a presa
leninista del potere. E non perché così vuole il cattivo Putin. La “Corazzata
Potiomkin” restaurata è la sola iniziativa, non di successo. Tantissimi libri,
articoli, rievocazioni, convegni su
Caporetto e la Grande Guerra, niente su Lenin – giusto Ezio Mauro, ma a scopi
commerciali.
Resta
invece curiosamente intatto il potere “sovietico” sui media, i tg e grandi giornali. Di censura e livellamento:
il linguaggio è uguale, i “tormentoni”, i pool
di giornalisti. Anche se non fanno più l’opinione. Che rifugge dai media,
sui social, oppure nel disinteresse. La crisi della politica è in larga misura
crisi dell’informaione. E la crisi dell’informazione è in larga misura la
persistenza dela lingua di legno.
Nessun commento:
Posta un commento